Potrebbe esser stata lanciata per errore dalla finestra da due bambini la statuina che ha colpito e ucciso Chiara Jaconis, nei Quartieri Spagnoli a Napoli. Sull’ipotesi stanno indagando gli agenti della Polizia, coordinati dalla procura di Napoli, che sull’episodio ha aperto un fascicolo per omicidio colposo al momento senza indagati.
Chiara Jaconis, la statuina che l’ha uccisa forse lanciata dalla finestra da due bimbi: la ricostruzione
La giovane, 30 anni – che lavorava nella moda e viveva a Parigi – stava facendo un ultimo giro turistico tra via Sant’Anna di Palazzo e via Santa Teresella dei Quartieri Spagnoli, prima di salire a bordo dell’aereo che l’avrebbe riportata a Padova in serata. Una morte assurda e drammatica quella di Chiara Jaconis che è stata colpita alla testa da una statuetta. Inutili le cure prestatele prima al Vecchio Pellegrini e, poi, all’Ospedale del Mare dove è deceduta nella mattinata di ieri, 17 settembre.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, la statuina – un oggetto di arredamento ritraente una antica divinità pagana – è precipitata da un’abitazione al terzo piano del palazzo sotto al quale la turista padovana stava passeggiando. Il manufatto, del peso di circa due chili, è caduto da un’altezza di oltre dieci metri e, prima di finire a terra, si è infranto sul balcone sottostante, al secondo piano, rompendosi.
Uno dei pezzi ha colpito in testa Chiara Jaconis, ferendola gravemente. Nell’abitazione dove si trovava la statuina erano presenti diverse persone, tra le quali anche alcuni minori. Tra le ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine quella che la statuetta sia stata lanciata dalla finestra da alcuni bambini.
Il dolore
I genitori di Chiara si sono detti contrari all’autopsia. Il padre Gianfranco ha ringraziato i medici dell’ospedale del Mare nel corso di una intervista. “Avevo qualche pregiudizio verso questa città – ha ammesso l’uomo – Per cui pensavo di arrivare in un ospedale fatiscente. Ho trovato, invece, un bellissimo ospedale ma soprattutto medici e paramedici che hanno dimostrato tutta la loro umanità, oltre alla loro professionalità, e sono entrati nel mio cuore. Li voglio ringraziare pubblicamente, devono essere orgogliosi di quello che sono, sono stati fantastici”