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La Chiesa di San Pietro a Majella a Napoli: orari, come arrivare, la storia

La Chiesa di San Pietro a Majella di Napoli, risalente al XIV secolo, fu realizzata per volontà di Carlo II d’Angiò e fu dedicata a Pietro del Morrone, successivamente noto come papa Celestino V.

Chiesa di San Pietro a Majella: la storia

La chiesa fu costruita alla fine del Duecento sul luogo dove sorgevano due monasteri femminili, uno intitolato a sant’Eufemia e l’altro a sant’Agata, su iniziativa di Giovanni Pipino da Barletta, conte palatino e maestro razionale della Curia, per volere del re Carlo II d’Angiò.

Sotto la tutela dell’ordine dei Celestini il complesso fu dedicato al santo pontefice Celestino V, al secolo Pietro Angelerio da Morrone, e fu comunemente detta “di San Pietro a Majella” in ricordo del romitaggio del santo sulla Majella.

Seppur di impronta tipicamente gotica, soprattutto per quel che riguarda il campanile che risale all’originale architettura trecentesca, la chiesa fu invece interessata nel corso dei secoli da numerosi rimaneggiamenti che ne hanno alterato sia l’aspetto esterno che interno. I primi lavori si ebbero tra il 1319 e il 1341 con interventi che vennero decisi dal re Roberto d’Angiò e da Andrea di Ungheria. Altri radicali restauri si ebbero anche per tutta la seconda metà del Trecento e Quattrocento; i lavori consistettero nello spostamento in avanti della facciata, originariamente allineata col campanile, e con la conseguente aggiunta di sei cappelle, ossia le prime due di entrambe le navate laterali e le due più estreme della parete presbiteriale.


Chiesa di San Pietro a Majella: la storia


Tra il 1493 e il 1508 ci fu poi l’ampliamento dello spazio monasteriale, che avrebbe dovuto accogliere anche la comunità dei padri celestini che erano insediati nella chiesa di Santa Caterina a Formiello e che per volontà dell’allora sovrano Federico I di Napoli, duca di Calabria, dovettero cedere il monastero ai padri domenicani.

Altre opere di adeguamento si ebbero nel corso della prima metà del Seicento e interessarono la realizzazione del portale d’ingresso principale, finanziato dalla principessa di Conca Giovanna Zunica Pacecco, moglie dell’ammiraglio Matteo di Capua, e le decorazioni dell’interno, volute invece dall’abate dell’ordine dei celestini Fabrizio Campana, che in quest’occasione volle una rivisitazione barocca dell’edificio con stucchi e marmi, un rialzamento del presbiterio e la sostituzione del vecchio soffitto a capriate con quello cassettonato di Bonaventura Presti che tuttora c’è e per il quale furono messi a disposizione per la sua realizzazione 3500 ducati, dei quali 1500 erano destinati al pittore Mattia Preti per il compimento dei dieci dipinti che sono collocati entro le nicchie della navata mediana e del transetto.

Ulteriori lavori si ebbero poi nel corso del primo quarto del Settecento e poi ancora nella prima metà dell’Ottocento, quando l’ordine dei Celestini fu cacciato a seguito dell’instaurazione della Repubblica di Napoli del 1799 e il complesso monasteriale fu riadattato per ospitare nel 1826 il Conservatorio di San Pietro a Majella, nato dalla fusione di altri quattro preesistenti conservatori. Successivamente però, in occasione di un lungo lavoro di restauro avvenuto tra il 1888 e il 1927, si intese ripristinare l’originario aspetto gotico all’edificio.


Chiesa di San Pietro a Majella: la storia


Alla riapertura della chiesa il culto venne affidato all’ordine dei Servi di Maria.

Attualmente la chiesa è interessata da complessi lavori di restauro, finanziati dai fondi europei del Progetto Unesco per il centro storico di Napoli.

Informazioni sulla Chiesa di San Pietro a Majella

Come arrivare:

  • Indirizzo: Piazza Luigi Miraglia, 393 – 80138 Napoli
  • Linea metro L1: stazione Dante, percorrere Via Port’Alba ed immettersi in Piazza Luigi Miraglia | Linea metro L1: stazione Museo (o L2, stazione Cavour), percorrere Via Santa Maria di Costantinopoli, svoltare a destra su Via Port’Alba ed immettersi in Piazza Luigi Miraglia

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