Cimitero per i feti abortiti: la proposta che dilaga e fa discutere
La proposta di dedicare la sezione di ogni cimitero ai feti abortiti sta prendendo piede in tutta Italia. A metterla in campo sono i gruppi consiliari di centrodestra, e le associazioni cattoliche, ma le donne italiane non sembrano gradire.
Cimitero per i feti abortiti: la proposta che fa discutere
Questo tipo di iniative piacerebbero molto a Fratelli d’Italia e a varie associazioni cattoliche, tra cui Difendere la vita con Maria Onlus, che a Civitavecchia ha sostenuto la proposta di dedicare un’area del cimitero alla sepoltura dei bimbi mai nati.
A Roma
A Roma, invece, il 22 dicembre 2017 la Asl Roma 4 ha firmato un Protocollo d’intesa con l’associazione presieduta da don Maurizio Gagliardini per la sepoltura dei feti non nati “di cui non è stata fatta richiesta di sepoltura da parte dei genitori, o chi per essi, nelle prime 24 ore dall’espulsione del feto”.
I bambini non nati
Ancora, a Cagliari, lo scorso anno, il gruppo del sindaco Paolo Truzzu ha firmato un documento per l’istituzione di un cimitero per feti sotto le 20 settimane. Nella proposta è contenuta la richiesta di considerare questi come “bambini non nati”.
La vita prima di tutto
Nella mozione di Cagliari viene menzionata “l’importanza di riaffermare nella società civile il diritto-dovere del cittadino di sostenere e difendere la vita fin dal concepimento in tutte le sue esigenze e in tutto l’arco del suo sviluppo, che intende bambino ogni forma intrauterina successiva all’atto del concepimento”.
In Italia
Cimiteri di questo tipo sono presenti a Firenze e a Verona, lo scopo è quello di permettere alle “mancate madri” di elaborare il lutto. Ma sarà davvero così?