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Il 22 agosto del 1862 nasce Claude Debussy, considerato l’iniziatore della musica moderna

Figura geniale di innovatore, profondamente anticonvenzionale, il compositore francese Achille-Claude Debussy rivoluziona l’armonia, il ritmo, la sonorità e la forma della musica occidentale della seconda metà del Diciannovesimo secolo. Frequentatore di circoli letterari e artistici parigini di fine secolo, fu influenzato dal movimento simbolista francese e condivise con gli impressionisti l’attenzione per la natura.

22 agosto 1862: nasce Claude Debussy, compositore e pianista francese

Nato a Saint-Germain-en-Laye il 22 agosto del 1862 da una famiglia di modeste condizioni di commercianti di porcellane, Achille-Claude Debussy ebbe le prime nozioni di musica da Antoinette Mauté de Fleurville, suocera del poeta Paul Verlaine, discreta pianista, che gli diede gratuitamente lezioni; anche se il padre avrebbe voluto che il suo primogenito si arruolasse in Marina, M.me de Fleurville riuscì a convincerlo a farlo studiare musica e si adoperò per farlo entrare al Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris (1872-1884). Qui il giovane Debussy, superato l’esame di ammissione il 22 ottobre 1872, studiò pianoforte con Antoine Marmontel, composizione con Ernest Guiraud e solfeggio con Albert Lavignac.

Gli inizi

Marmontel capì subito le possibilità artistiche del giovane Debussy, anche se non apprezzava le sue eccentricità pianistiche. Nel 1877 Achille-Claude entrò a far parte della classe di armonia di Émile Durand, insegnante molto rigoroso che si scontrò più volte con l’allievo per l’originalità delle sue idee. Nel 1880, grazie al Conservatorio, ottenne l’incarico di pianista accompagnatore presso la baronessa russa Nadežda von Meck, ricca mecenate e buona musicista dilettante, seguendola nei suoi viaggi in Italia. In questo periodo scrisse il suo Trio per pianoforte e archi.


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In questo periodo conobbe Henri Vasnier che lo prese in simpatia e che gli consigliò di partecipare al Prix de Rome; tra la fine del 1880 e il 1881 Debussy scrisse alcune liriche per la moglie di Vasnier, Marie, che aveva una bella voce di soprano, con l’intento di entrare nelle sue grazie. Nel 1882 il giovane compositore partecipò alla prima prova d’esame per il Prix de Rome, ma non riuscì a superarla. L’anno successivo arrivò al secondo posto; nel 1884 finalmente ottenne la desiderata vittoria del prestigioso e ambito premio con la Cantata su L’enfant prodigue di Édouard Guinaud, grazie all’appoggio di Charles Gounod che egli aveva conosciuto precedentemente.

Italia e La Damoiselle élue

Il musicista partì per l’Italia e soggiornò a Roma, a Villa Medici, dove studiò, grazie alla borsa di studio, tra il 1885 e il 1887; qui ebbe modo di conoscere Franz Liszt ed entrò in contatto con la musica di Giovanni Pierluigi da Palestrina ed Orlando di Lasso, della quale rimase subito entusiasta. La permanenza romana fu un periodo difficile per Debussy, faticò molto a portare a termine gli incarichi compositivi dati dal Conservatorio e sentiva molto la mancanza di Madame Vasnier con cui aveva una relazione già da tempo. Rientrato finalmente a Parigi, tornò a frequentare Paul Dukas che aveva conosciuto anni prima e iniziò la composizione dei Cinq poèmes de Baudelaire. Nel 1888 si recò a Bayreuth dove ascoltò le opere di Richard Wagner; probabilmente il suo stile di compositore venne ad affinarsi proprio all’ascolto della musica di Wagner e anche grazie alla conoscenza di musiche orientali, in particolare il Gamelan giavanese ascoltato all’Esposizione universale di Parigi (1889). Debussy rimase fortemente impressionato da questa nuova musica, dalla sua polifonia e dagli inusuali arabeschi, tutti aspetti che si rifletteranno nella sua Fantaisie composta proprio in quel periodo.


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L’influenza di Wagner, e soprattutto del Parsifal, è evidente nel poema lirico La Damoiselle élue scritta fra il 1887 e il 1888 e nei Cinq poèmes de Baudelaire terminati nel 1889, mentre altri suoi brani dello stesso periodo, in particolar modo l’impostazione delle arie scritte sul testo di poesie dell’amico Verlaine (Ariettes oubliées, Trois mélodies, Fêtes galantes), sono in uno stile più volubile, come se facessero già parte del Quartetto per archi in Sol minore del 1893 influenzato dalla musica di César Franck; in tale opera non solo è presente l’utilizzo del modo frigio, ma anche quello di altri modi ancor meno consueti, in particolare il modo tonale intero, per creare un’armonia oscillante, come nel Prélude à l’après-midi d’un faune, opera per orchestra ispirata dal poema di Mallarmé eseguita per la prima volta nel 1894 e utilizzata poi nel 1912 per la produzione del balletto omonimo di Nižinskij, e l’opera Pelléas et Mélisande, scritta in larga misura intorno al 1893-1895 sebbene non completata fino al 1902. Queste opere portarono una fluidità nel ritmo e un colore nuovo per la musica occidentale.

Il 1890 segnò una data importante per il musicista; il suo desiderio di rinnovamento è sottolineato dal cambiamento della grafia della firma e soprattutto dall’abbandono del nome Achille-Claude che egli non aveva mai amato, preferendo Claude-Achille, per poi passare definitivamente due anni dopo a Claude. Lasciò la casa dei genitori decidendo, alla fine dell’anno, di andare ad abitare in casa di un amico e sempre in questi mesi fece la conoscenza di Mallarmé che influenzerà non poco la sua concezione dell’arte e la sua musica. Iniziò in questo periodo la composizione di alcune delle sue opere più importanti, il Prélude à l’après-midi d’un faune e la Suite bergamasque, inoltre iniziò la sua prima vera relazione stabile con Gabrielle Dupont.

Vita privata

Debussy trascorse una vita molto movimentata, soprattutto sentimentalmente. All’età di 18 anni iniziò una relazione clandestina con Marie-Blanche Vasnier, moglie del ricco funzionario statale parigino che lo aveva appoggiato e sostenuto nei suoi studi. La relazione durò otto anni ed entrò in crisi in seguito alla vittoria di Debussy al Prix de Rome; il prestigioso concorso prevedeva la permanenza obbligatoria nella capitale italiana per due anni; il musicista soggiornò presso Villa Medici dal 27 gennaio 1885 al 2 marzo 1887 studiando e componendo presso l’Accademia di Francia.


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Tornato a Parigi nel 1887, Debussy non vide più Madame Vasnier e ritornò ad abitare con i genitori. Nel 1888, grazie all’aiuto finanziario dell’amico Étienne Dupin, riuscì ad andare a Bayreuth dove ascoltò Tristano e Isotta, Parsifal e I maestri cantori di Norimberga. Nell’inverno fra il 1889 e il 1890 conobbe una giovane dagli occhi verdi e i capelli rosso-bruni che si chiamava Gabrielle Dupont, figlia di un sarto di Lisieux, con cui ebbe una tempestosa relazione durata nove anni e con cui coabitò in Rue Gustave Doré, nel XVII arrondissement. Contemporaneamente si legò per breve periodo alla cantante Thérèse Roger che aveva interpretato La damoiselle élue nel 1893, arrivando a fidanzarsi ufficialmente con lei per alcuni mesi.

La storia con Gaby Dupont entrò in crisi per l’infedeltà del musicista e per la perenne mancanza di denaro, tanto che vi fu un tentativo di suicidio da parte della donna; Gaby era in un certo modo ancora presente nella vita di Debbussy quando lui conobbe e si invaghì di un’amica di lei, Rosalie Texier, detta Lily, un’indossatrice di sartoria. Gaby lasciò definitivamente il musicista e intrecciò una nuova relazione con un banchiere. Il compositore sposò Lily nel 1899 con una cerimonia molto semplice a cui non parteciparono neppure i genitori degli sposi. Nonostante Lily fosse una persona innamorata, pratica, diretta e benvoluta da amici e colleghi del marito, Debussy col tempo sviluppò una crescente irritazione nei confronti di sua moglie per via delle sue limitazioni intellettuali e della sua mancanza di sensibilità e cultura musicale.

Emma Bardac e lo scandalo Dupont


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Nel 1903 Debussy conobbe Emma Bardac grazie a suo figlio Raoul, che era allievo del musicista; Emma era moglie del banchiere Sigismond Bardac e, al contrario di Lily, era una donna istruita, raffinata, brillante nella conversazione, musicista dilettante e anche stimata cantante. Ben presto Debussy si avvicinò ad Emma, per cui scrisse il pezzo per pianoforte L’isle joyeuse dopo aver trascorso con lei giornate felici sull’isola di Jersey, e abbandonò la Texier. Lily, disperata tentò, come la Dupont, di suicidarsi sparandosi in petto in Place de la Concorde nell’ottobre del 1904; sopravvisse, ma il proiettile le rimase incastrato in una vertebra per il resto della vita. In merito a questa vicenda, Debussy dovette subire la riprovazione della società civile dell’epoca e molti suoi amici si allontanarono.

Gli ultimi anni

Nel febbraio 1909 il musicista avvertì i primi sintomi della malattia che lo avrebbe portato alla fine. Tornò in Inghilterra, ma dovette annullare alcuni concerti già fissati e non si sentì nemmeno di assistere alla rappresentazione del Pelléas et Mélisande al Covent Garden.


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Nel 1910 morì il padre, Manuel Debussy, e il compositore ne fu sinceramente addolorato, anche se in realtà non avevano mai condiviso molto sull’arte e sulle idee. Nello stesso anno il musicista scrisse il balletto Khamma e prese accordi con Gabriele D’Annunzio per la musica di scena de Le martyre de Saint Sébastien. Nel maggio 1912 assistette al balletto sul suo Prélude à l’après-midi d’un faune che creò scandalo e che non piacque all’autore. Successivamente Debussy firmò un contratto con Djagilev per un nuovo balletto, Jeux, che fu rappresentato il 15 maggio 1913 dai Balletti russi. Durante l’estate compose La boîte à joujoux ispirato dalla figlia Chou-chou. Sempre afflitto da problemi economici, Debussy accettò di dirigere concerti in Russia, a Roma, a L’Aja e ad Amsterdam.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Debussy si trasferì con la famiglia a Angers poiché temeva l’avanzata dei tedeschi; nel marzo 1915 il compositore perse la madre e poco dopo la suocera. Si trasferì poi a Dieppe in Normandia e quindi a Pourville in una villa messa a disposizione da amici, trascorrendo qui l’ultimo periodo sereno. Al rientro a Parigi la malattia, che si era aggravata, gli provocò molte sofferenze e nel mese di dicembre 1915 il compositore subì un intervento che servì solo a ritardare gli effetti della male; venne sottoposto a radioterapia ed trattato con morfina per il dolore. Nel 1917 Debussy riuscì ancora a tenere diversi concerti per beneficenza, l’ultimo a Biarritz il 14 settembre.

Morte

Claude Debussy morì a Parigi il 25 marzo del 1918 alle 22 e 15 per il cancro da cui era afflitto da diversi anni, mentre l’esercito tedesco bombardava la città con il cannone a lunga gittata Parisgeschütz. Era solo otto mesi prima che la vittoria venisse dichiarata, in Francia. In quel momento la situazione militare francese era considerata da molti critica, e questa circostanza non permise che gli fosse dato l’onore dei funerali di Stato, o di cerimoniose orazioni al momento della sepoltura, o celebrazioni delle sue opere.


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Nel disperato clima bellico che si respirava al tempo in Francia, la sua processione funebre si tenne in maniera veloce e sobria per le vie deserte della città fino al cimitero del Père-Lachaise; vi parteciparono non più di venti persone, tra cui Paul Dukas e l’editore Durand. Solo dopo la fine della guerra, otto mesi dopo, fu possibile celebrarne degnamente la morte e poco dopo il suo corpo venne traslato nel cimitero di Passy, dietro il Trocadéro, dove attualmente riposa tumulato insieme con la moglie Emma, morta nel 1934, e con la figlia Chou-chou, la quale invece sopravvisse al padre per nemmeno un anno, perendo a soli tredici anni in un’epidemia di difterite nel 1919.

La Francia ha, fin dal principio, riconosciuto e celebrato il genio musicale di Debussy, onorandolo come uno dei suoi più stimati figli. Dal 1980 fino all’introduzione dell’euro nel 2002, il suo volto ha campeggiato sulla banconota da 20 franchi. La morte di Debussy, come anche l’intera prima guerra mondiale, coincisero con la fine del periodo denominato Belle Époque che testimoniava lo sbocciare a Parigi di innovazioni, nuovi stili di vita e di nuove esperienze artistiche.

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