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Il Codice De Iorio: il primo codice marittimo della storia è opera di un napoletano

Il primo codice marittimo della storia è opera di un napoletano: Michele De Jorio, nato a Procida nel 1738. La sua opera, il cosiddetto Codice De Iorio, è fondamentale per chiunque voglia intraprendere studi di diritto marittimo, anche ai giorni nostri.

Il Codice De Iorio: chi era Michele De Jorio

Michele De Jorio è nato a Procida nel 1738. Dopo aver compiuto gli studi di diritto, pubblica, nel 1761, Discorso sopra la storia de’ Regni di Napolie SiciliaPer delucidare le mutazioni avvenute dal principio della loro fondazione fino a’ nostri giornie la continuazione della Religione, opera molto apprezzata dai suoi contemporanei. Nonostante il successo di tale opera, De Jorio decide di dedicarsi all’attività di avvocato per circa 20 anni.

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Alla fine degli anni Settanta del Settecento, iniziò a pubblicare quella che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto essere una monumentale, Storia del commercio e della navigazione dal principio del mondo sino ai giorni nostri. L’opera, rimasta incompiuta, gli ha aperto le porte dell’Accademia di scienze e belle lettere. Fu proprio qui che Ferdinando IV di Borbone e il suo Primo Ministro John Francis Edward Acton gli diedero l’incarico di redigere il primo codice marittimo italiano.

Il Codice De Iorio: il primo codice marittimo italiano

L’opera, composta da 4 tomi e complessivamente di 2411 pagine, è da ritenersi senza dubbio la principale di De Jorio. De Jorio era un eclettico sia in campo economico, sia in quello giuridico. In economia, era fisiocratico quando parlava dell’agricoltura, mercantilista quando accennava alla bilancia commerciale, fautore di una conciliazione tra liberismo e protezionismo quando si occupava dei traffici.

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Appaiono evidenti i legami con le teorie economiche di Antonio Genovesi e di Filangieri. La sua impostazione giuridica è, invece, basata sul giusnaturalismo e sull’illuminismo di Wolff e di Vattel, che univa strettamente lo stato di natura con quello di diritto.

Ma, allo stesso tempo, De Iorio era sensibile alla concezione storico-sociologica di Montesquieu ed era profondamente legato al diritto romano. Di ispirazione romanistica è chiaramente la parte normativa del Codice, suddivisa in tre sezioni: le persone, le cose e le azioni del mare. Oggi, l’opera è di fondamentale importanza per chiunque voglia intraprendere studi di diritto marittimo.

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