Cronaca

Come e quando usare il tampone fai da te: quanto fidarsi dei risultati?

Come e quando usare il tampone fai da te? E quanto fidarsi dei risultati? Tutto quello che c'è da sapere

Come e quando usare il tampone fai da te? E quanto fidarsi dei risultati? In molti si stanno ponendo questa domanda, soprattutto negli ultimi giorni con l0avanzare della variante Omicron del Covid.

Quando fare il tampone fai da te dopo il contatto con un positivo

Premesso che se il contatto con un positivo confermato è di tipo stresso (ad esempio in caso di convivente) si è obbligati a rispettare la quarantena, il Ministero della Salute raccomanda di fare il tampone solo quando è il medico o l’autorità sanitaria a raccomandarlo. Inoltre il tampone da eseguire è quello molecolare – il “gold standard” per la diagnosi del Covid– o l’antigenico rapido in base alle circostanze. I cosiddetti tamponi fai da te non rientrano nelle raccomandazioni ufficiali e soprattutto vengono sconsigliati dalla maggior parte degli esperti a causa di diversi limiti, che non riguardano la sola affidabilità (rischio di falsi positivi e falsi negativi). Fatte queste doverose premesse, nel caso in cui si fosse acquistato un tampone fai da te, si sospettasse il contatto con un positivo e ci si volesse testare autonomamente, è consigliabile farlo a partire dalle 72 ore dal contatto ed entro i 5 giorni dallo stesso.

La ragione risiede nel fatto che in seguito all’esposizione virale, in caso di contagio, non si risulta immediatamente positivi, ma è necessario che il virus si replichi a sufficienza nel nostro organismo, fino a diventare rilevabile dai test (più o meno precisi che siano). Il tampone molecolare può rilevare la positività a partire dalle 48 ore (ma anche prima), mentre gli antigenici – sia i rapidi standard che i fai da te – impiegano più tempo ed è doveroso aspettare le 72 ore. Ad ogni modo, i test fai da te hanno un elevato rischio di falso negativo ed è sempre doveroso contattare il medico quando si è entrati in contatto con un positivo, a maggior ragione nel caso in cui si manifestassero i sintomi della COVID-19 (tosse, febbre, mal di testa, naso che cola (rinorrea), gola irritata, perdita dell’olfatto e altri ancora).

Cosa fare se il risultato del test è positivo

Dopo aver eseguito un tampone fai da te, se sul dispositivo compaiono le due linee C e T significa che si risulta positivi al coronavirus SARS-CoV-2. Senza farsi prendere dal panico bisogna contattare il proprio medico o l’ente sanitario della propria Regione per avere tutte le informazioni sui passi da seguire. Come indicato i tamponi fai da te non sono riconosciuti ufficialmente, pertanto il nostro referente potrà richiederci di fare un tampone molecolare o un antigenico “ufficiale” (ad esempio presso un hub drive in) per confermare la positività. Naturalmente è sempre doveroso isolarsi dagli altri e, nel caso in cui si dovesse convivere con altre persone, è importante che tutti indossino una mascherina, meglio una FFP2. I conviventi, essendo contatti stretti, a loro volta devono seguire la quarantena e sottoporsi ai tamponi qualora il medico o l’ente sanitario dovesse raccomandarlo. Ribadiamo il concetto che i tamponi fai da te non sono utilizzati nella gestione della pandemia e si devono sempre seguire le linee guida del Ministero della Salute e le raccomandazioni degli esperti.

Quanto sono affidabili i test Covid fai da te

I tamponi fai da te presentano diversi limiti e non sono raccomandati dagli esperti né utilizzati per la gestione della pandemia di COVID-19. Come sottolineato al Corriere della Sera dal professor Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani e della Federazione italiana società scientifiche di laboratorio, i tamponi antigenici possono dare “un range di falsi negativi compreso tra il 10 e il 25 per cento, a seconda che venga effettuato da una persona esperta, per esempio in farmacia, o meno”. “Questo significa – aggiunge l’esperto – che con i rapidi “fai da te”, si rischia di avere risultati inesatti in un caso su quattro, dato che la positività non viene rilevata”. Una delle ragioni principali del risultato potenzialmente errato risiede nel fatto che prelevare in autonomia un campione nasale idoneo può essere difficoltoso.

Come sanno tutti coloro che si sono sottoposti a un tampone presso un ente sanitario, durante la procedura si prova un forte fastidio (e finanche dolore), dunque a casa si potrebbe ritrarre la mano prima di aver preso un campione adeguato al test. Va infine tenuto presente che i tamponi fai da te non sono tracciabili, quindi chi risulta positivo potrebbe tranquillamente nascondere la propria positività al resto della collettività. Anche per questo motivo molti esperti chiedono di ritirarli dal mercato.


 


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