Cronaca

Concorsi truccati per vigili del fuoco e polizia: arrestato Giuseppe Pipitone

Si chiedevano mazzette da 5mila euro per superare i concorsi

È stato scoperto chi c’era dietro i concorsi truccati per entrare a far parte dei vigili del fuoco e della Polizia di Stato. A pilotare i concorsi, il direttore ginnico Giuseppe Pipitone, che non è riuscito a nasconde le prove e a cancellare le tracce delle mazzette ricevute da chi aspirava a superare il concorso nei vigili del fuoco grazie alla sua raccomandazione. Un tentativo di depistaggio che non ha evitato il carcere a Giuseppe Pipitone, direttore ginnico sportivo dei vigili del fuoco, arrestato oggi per corruzione nell’ambito di una inchiesta dei pm di Trapani che ha fatto luce su irregolarità nelle selezioni.

L’arresto di Giuseppe Pipitone: concorsi truccati per entrare nei vigili del fuoco e nella polizia

Come riportato da Il Mattino, Pipitone aveva aperto una scuola ad Alcamo, paese che vantava un record nei candidati promossi agli esami, per preparare gli aspiranti pompieri. Solo che non si limitava a farsi pagare il corso, ma avrebbe chiesto agli allievi somme fino a 3mila euro in cambio dell’esito favorevole della prova.

Così racconta uno dei candidati, Giuseppe Giorlando, ex allievo della scuola di Pipitone. “L’adesione al gruppo allievi – ha detto ai pm – comportava inizialmente una spesa di circa 150 euro a persona per l’acquisto di materiali didattici e 100 euro al mese per l’affitto di un capannone utilizzato per la preparazione atletica. Questi soldi noi tutti li davamo in contanti a Pipitone. Oltre a queste somme ci chiese 3.000 euro ciascuno per falsare la valutazione e quindi aumentare il punteggio delle prove fisiche e 500 euro per aiutarci a sostenere gli esami orali del concorso, sostenendo la tesi in quest’ultimo caso, che lui era entrato in possesso di alcuni libri dai quali sarebbero state estrapolate le domande dei quiz”. Durante una perquisizione effettuata nel garage, di Pipitone, nascosta sotto alcune uniformi, è stata trovata una busta gialla con all’interno denaro contante per circa 7200 euro e un foglio di carta con scritto «Elenco discenti (Pipitone)», che, per gli inquirenti, sarebbe stato una sorta di promemoria, con accanto a ciascun nominativo gli importi di denaro versati.

Le intercettazioni delle telefonate di Pipitone

Da intercettazioni delle telefonate di Pipitone con il fratello viene fuori il tentativo di far sparire le prove della corruzione. “Veloce, vai a casa dalla mamma, prendi le chiavi, veloce però veloce… veloce…. “, diceva al familiare. “Entrando nel garage dove ci sono le divise appese… – proseguiva – C’è uno scatolo che ci sono cose di plastica trasparenti e sotto c’è una busta. Prendila e te la porti”. Nell’inchiesta sono stati coinvolti anche due sindacalisti dei vigili del fuoco e della polizia: Alessandro Filippo Lupo della Uil e Vittorio Costantini della Usip.

Le indagini

Secondo le indagini Lupo sarebbe intervenuto sui membri di commissione fornendo loro indicazioni e ricevendo informazioni, per garantire il giudizio di idoneità in favore di alcuni candidati che avrebbero pagato per superare l’esame. Le somme chieste variavano da 3.500 per i vigili del fuoco a 5.000 euro per la polizia. Costantini, poliziotto, avrebbe aiutato Pipitone a fare entrare in polizia un candidato, Francesco Renda. L’aspirante poliziotto avrebbe pagato 5mila euro per risultare idoneo e avere una destinazione a lui gradita.

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