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Scuola, maxi concorso in arrivo per 24mila cattedre: tutte le info

Scuola: maxi concorso per 24mila cattedre

Accanto al ritorno di «Percorsi abilitanti speciali» (Pas), della durata di un anno, che le università dovranno far partire sempre entro il 2019. Entrambi gli interventi sono rivolti ai precari storici della scuola, vale a dire a quei docenti non abilitati con almeno 36 mesi di servizio alle spalle. Il servizio dovrà essere stato prestato unicamente in scuole secondarie statali.

Precari a quota 55mila

La questione docenti, non abilitati, con 36 mesi di servizio in cattedra è esplosa negli ultimi mesi. Parliamo di una platea di circa 55mila insegnanti precari, esclusi dalle procedure di stabilizzazione di questi anni proprio perché non in possesso dell’abilitazione. Ma che comunque sono chiamati lo stesso in cattedra ogni anno per la cronica carenza di docenti di ruolo.

Supplenze record

La soluzione normativa messa a punto dai tecnici del Miur non risolve subito il problema per tutti (a settembre, stime sindacali, parlano di un nuovo record di supplenze, tra le 150 e le 170mila unità); ma, se le nuove norme entreranno in vigore, si apre a un percorso graduale di stabilizzazione che andrà avanti nel tempo.

Come partecipare

  • Al concorso straordinario potranno partecipare i docenti con 36 mesi di servizio, anche non consecutivi, svolti tra il 2011/12 e il 2018/19 (vale a dire negli ultimi otto anni). Un anno si calcolerà in questo modo: 180 giorni di lezione complessivi, oppure insegnamento, senza soluzione di continuità, dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale. Il servizio dovrà essere stato prestato unicamente in scuole secondarie statali. Il concorso è nazionale, ma organizzato a livello regionale (le graduatorie di merito valgono per tre anni). L’intera selezione è molto semplificata: uno scritto al pc, poi l’orale.

Ai Pas potranno partecipare anche i dottori di ricerca; e chi non ha terminato procedure di abilitazione per maternità o ragioni di salute (per loro si prescinde dal requisito del servizio). Il numero dei posti attivabili da ciascun ateneo dovrà essere fissato dal Miur.

L’ottenimento dell’abilitazione consentirà a questi precari di partecipare anche ai prossimi concorsi ordinari (avranno una super valutazione dei titoli di servizio) e, in prospettiva, alle future immissioni in ruolo.

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