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La conferenza stampa di Draghi: “Vaccino Sputnik una possibilità, ma non prima di 3-4 mesi”

"Vaccino anti Covid Sputnik una possibilità, ma non adesso". A dirlo, è il premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa. Ecco cosa ha detto

Vaccino anti Covid Sputnik una possibilità, ma non adesso”. A dirlo, è il premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa in cui ha presentato il nuovo decreto Covid valido dal 6 aprile. Ecco che cosa ha detto.

La conferenza stampa di Draghi: cosa ha detto sul vaccino Sputnik

“Sono in gioco le vite delle persone, ma se non si riesce ad arrivare ad un accordo con l’Europa l’Italia valuterà se ci sono le condizioni per autorizzare, da sola, il vaccino Sputnik in Italia. Ma attenzione, perché lo Sputnik ha una produzione limitata. Inoltre, sullo Sputnik l’EMA non si pronuncerà prima di tre o quattro mesi”. Lo ha detto il premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa in cui ha presentato il nuovo decreto Covid.

Il caso della Campania

Il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa ha di fatto – senza mai citare il caso specifico – bocciato tutta la questione del contratto preliminare per un possibile futuro acquisto del vaccino russo Sputnik V contro la Covid-19 da parte della Regione Campania.

“Starei attento a fare questi contratti. C’è in gioco la salute degli individui. Dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo, poi se non c’è una soluzione, cercheremo un’altra strada. Ma farei attenzione a siglare questi contratti“, ha detto il presidente del Consiglio.

Come funziona il vaccino Sputnik

A differenza dei vaccini a mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna, Sputnik V sfrutta -come AstraZeneca e Johnson & Johnson- la tecnologia a vettore virale. Anche in questo caso l’obiettivo finale è far produrre al sistema immunitario gli anticorpi diretti contro la proteina spike di Sars-Cov-2. Ciò che cambia nel caso dei vettori virali è il metodo con cui ciò si verifica. Questo tipo di vaccini infatti è caratterizzato da due componenti: un virus reso innocuo (la scatola) contenente una piccola porzione di Dna che serve a far produrre la proteina spike.

Il vaccino Sputnik, a differenza degli altri a vettore virale, sfrutta due “scatole” differenti. Nella prima iniezione viene utilizzato il virus Ad26 per la prima dose e Ad25 per la seconda, a 21 giorni dalla prima. Una scelta, quella di utilizzare due vettori differenti, utile a ridurre il rischio che, dopo la prima dose, l’organismo produca anticorpi contro la prima “scatola” con una conseguente riduzione di efficacia della vaccinazione. Il vaccino Sputnik V, dunque, è in realtà la combinazione di due vaccini.


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