Cronaca

Coronavirus, la bufala dello scienziato che ha venduto il virus alla Cina

Non si fermano le fake news sul coronavirus. Tra tutte le bufale, i complotti sono i migliori. Sembrano film o libri gialli di gran livello. Il coronavirus SARS Cov2 ne ha prodotti diversi. Alcuni sono cavalli di ritorno, nel senso che se ne è parlato all’inizio dell’epidemia, sono stati smontati da fact-checker e scienziati, e adesso tornano a circolare come se nulla fosse.

Coronavirus, la bufala dello scienziato che ha venduto il virus

È il caso del misterioso arresto di uno scienziato americano che avrebbe venduto il coronavirus alla Cina. Una storia che già a dirla così ti viene voglia di sapere come va a finire. Come tutte le bufale, ha una componente di verità. Lo scienziato esiste, si chiama Charles Lieber, ha una cattedra ad Harvard in chimica e chimica biologica, dove porta avanti i suoi studi sulle nanoparticelle (vanta un elenco notevole di pubblicazioni brevetti).

Il 28 gennaio è stato effettivamente arrestato dagli agenti federali — e rilasciato dietro una cauzione di un milione di dollari — per aver negato i suoi rapporti con la Cina e in particolare con l’università di tecnologia di Wuhan, la città da dove è partita la pandemia (“ecco!”). Lieber avrebbe incassato un milione e mezzo di dollari per aprire un laboratorio a Wuhan e riceveva un compenso di 50 mila dollari mensili per aiutare a reclutare scienziati cinesi in giro per il mondo

L’arresto negli Usa fece scalpore e venne subito collegato sui social al coronavirus e smontato da due siti di factchecker, Snopes e Factcheck. La bufala non regge per due motivi: tra i capi di imputazione non c’è il traffico di virus e soprattutto è stato dimostrato che SARS Cov2 non è stato fabbricato in laboratorio ma arriva dal mondo animale. Eppure a oltre due mesi di distanza la storia di Lieber è tornata a circolare in Spagna, Sud America e India come se nulla fosse.

Le fake news in italia

Non è esatto che in Italia ieri non circolassero fake news. Ce n’erano meno. Ma su Twitter, nei cosiddetti circoli sovranisti, diversi utenti rilanciavano un complotto che risale al 12 marzo scorso (una conferma che le bufale non muoiono mai). La storia è questa: dietro la pandemia ci starebbe il cosiddetto protocollo Agenda ID2020 che prevede che a un certo punto arriverà un vaccino contenente un microchip da iniettare nel popolo per controllarci tramite il 5G. Anche qui, sembra un film (in particolare, “Kingsman”). La bufala parte da una oscuro sito in più lingue, che il 12 marzo ha pubblicato le “rivelazioni”.

Nell’articolo si legge che la pandemia è una invenzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità per assecondare un piano deciso a gennaio al World Economic Forum di Davos, da Bill Gates, i Rockefeller, i Rothschild e i soliti “cattivi”: il piano consiste nella vaccinazione forzata di tutta la popolazione del pianeta, per poter iniettare, senza dirlo, un nano chip, in grado di controllarci e dirigerci. Come bufala non vale niente, ma come trama di un film non è male.


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