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Coronavirus: “Il collutorio può ridurre del 99% la carica virale”: lo studio

Uno studio dell'universitĂ  di Cardiff conferma l'efficacia del collutorio nel ridurre la diffusione del coronavirus.

Uno studio conferma l’efficacia del collutorio nel ridurre la diffusione del coronavirus. Lo sostiene una nuova ricerca dell’UniversitĂ  di Cardiff

Coronavirus, il collutorio può ridurre la diffusione del virus

Un semplice collutorio con lo 0,7% di cloruro di cetilpiridinio, un antimicrobico e antisettico, darebbe risultati “promettenti” nella lotta contro il coronavirus. Lo sostiene un nuovo studio dell’UniversitĂ  di Cardiff. Negli esperimenti di laboratorio, il collutorio ha ucciso il virus in soli 30 secondi.

Nonostante tutto, aspetta prima di precipitarti nelle scorte di collutori di supermercati e farmacie: questi sono solo i primi risultati di un ampio studio e devono ancora essere verificati da altre squadre di ricercatori.

Lo studio

Uno studio clinico deve ancora seguire per vedere il reale impatto del collutorio sulla concentrazione di coronavirus nella saliva delle persone sottoposte al test. Ma in laboratorio, gli studi preliminari sono molto promettenti. Gli scienziati hanno cercato di riprodurre le condizioni del naso e del retrogusto umani.

Hanno usato un collutorio lambda come quello che trovi nei bagni di tutti: una soluzione con lo 0,7% di cloruro di cetilpiridinio come Listerine.

Questo antisettico antibatterico e antivirale agisce sui microbi penetrandone le pareti e, divenuti porosi, finiscono per perire. Risultato: il 99,99% dei virus viene distrutto in 30 secondi. Un ampio studio clinico di 12 settimane inizierĂ  presso l’University Hospital of Wales. DovrĂ  determinare se, in condizioni reali, questi collutori distruggono effettivamente quasi tutte le particelle virali nella saliva.

La nostra bocca infatti, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  è piena di recessi e cavitĂ  e secerne molte sostanze, che possono anche essere coadiuvanti durante il processo. I risultati dello studio sull’uomo sono attesi all’inizio del 2021.


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