Cronaca

I Gilet arancioni sono tornati in piazza, ma la loro presenza continua a far discutere

I Gilet arancioni sono tornati in piazza, ma la loro presenza continua a far discutere. In un’intervista al Corriere della Sera Cristina Longhini, figlia di una vittima del coronavirus, ha parlato della manifestazione e ha espresso tutta la sua indignazione per quanto sta accadendo “Non hanno rispetto di tutte quelle vittime, di chi ha perso i propri cari”.

Gilet arancioni: parla Cristina Longhini, figlia di una vittima del coronavirus

L’anima e l’ideologo del movimento dei Gilet arancioni è il Generale Pappalardo, ex generale dei carabinieri e sottosegretario alle finanze nel governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, ruolo dal quale si dimise per essere stato condannato per diffamazione ai danni del comandante generale dei carabinieri Antonio Viesti.

Il dolore

Cristina Longhini ha perso il papà a Bergamo per il coronavirus, e che con altri ha creato il comitato Noi Denunceremo. Nelle sue parole c’è tutto il dolore per quanto sta accadento “Mi vergogno per loro e non hanno rispetto di tutte quelle vittime, di chi ha perso i propri cari. Cosa pensano? Che piangiamo per qualcosa che non è stato? A noi la vita è stata distrutta, di mio padre resta solo un sacco dell’immondizia, non c’è più, era sano e io devo spiegare a mio figlio che il nonno non c’è più per il coronavirus”.

Cosa vogliono i Gilet arancioni?

Questo movimento improvvisato di nostalgici e sobillatori chiede varie cose: innanzitutto il ritorno della lira italica, ma la cosa che più spaventa è la loro opinione sul coronavirus: il covid non esiste, e secondo loro per curarlo sarebbe sufficiente lo yoga.

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