Cronaca

Coronavirus, Iss: casi in aumento in 10 regioni: impatto scuole tra 2-3 settimane

Coronavirus, l’Istituto Superiore Sanità registra un lento e progressivo peggioramento dell’epidemia, con casi in aumento in 10 regioni e 2.868 focolai attivi (+832). Questa una delle conclusioni a cui arriva il rapporto settimanale sull’evoluzione pandemica elaborato da Ministero della Salute ed Istituto superiore di sanità e relativo al periodo fra il 14 ed il 20 settembre.

Covid, Iss: “Lento e progressivo peggioramento dell’epidemia”

Questo andamento, sebbene rifletta un trend comune a molti paesi europei, “in Italia è per ora più contenuto» ma questo, sottolinea il rapporto, non deve portare a sottovalutare il rischio di una rapida ripresa epidemica dovuto ad un eccessivo rilassamento delle misure, con autorizzazione di eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici, e dei comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei”.

Impatto riapertura scuole in 2-3 settimane

“Non è possibile valutare, al momento, l’impatto che l’apertura delle scuole in Italia avrà sull’andamento dell’epidemia. Si ritiene che questo aspetto sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane“. Così nel monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss in cui si sottolinea che “la riapertura delle scuole rimane uno degli elementi da monitorare attentamente”.

Aggiunge l’Iss

“Non è stata accertata, nella settimana in esame – aggiunge – una trasmissione del virus nell’ambito scolastico sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole. L’elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo (screening, rilevazione della temperatura giornaliera, procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico) hanno contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi. Sono in corso numerose indagini epidemiologiche e sono state attivate procedure di quarantena laddove previsto”.

Salgono al 3% tassi di occupazione terapie intensive

A livello nazionale il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è aumentato dal 4% al 5% mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 10% in alcune Regioni/PA. È quanto riporta l’Istituto superiore di sanità nel consueto monitoraggio. Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. Si conferma, inoltre, l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati.


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Il sito del Ministero della Salute

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