Cronaca

Coronavirus in Italia: superati i 50mila morti, ecco come ci siamo arrivati | I dati

Il record è stato raggiunto in appena 60 giorni, dopo che per tutta l'estate il numero dei morti si era attestato intorno ai 35mila

L’Italia ha raggiunto la quota record di 50mila decessi causati dal Coronavirus dall’inizio della pandemia. Il dato è confermato dal bollettino di oggi della Protezione Civile e ministero della Salute che conta 50.453 morti, con un incremento di 630 registrate nella giornata odierna.  

Il record è stato raggiunto in appena 60 giorni, dopo che per tutta l’estate il numero dei morti si era attestato intorno ai 35mila: dal 22 settembre a ieri c’è stato un balzo in avanti, e di decessi per Covid-19 se ne sono contati 14mila.

Coronavirus: l’Italia supera le 50mila morti, i dati dell’Istat

Nel mese di ottobre l’Istat aveva pubblicato i risultati dell’ultima misurazione sulla mortalità in Italia nella prima parte del 2020, quando cioè è scoppiata la pandemia. La rilevazione ha confermato che tra marzo e aprile in Italia ci sono stati circa 48mila decessi in più rispetto alla media degli anni precedenti, contro i circa 29mila attribuiti ufficialmente al coronavirus.

È necessario però sottolineare che i quasi 20mila morti di scarto non sono direttamente collegabili con certezza al Covid-19, perché la pandemia come abbiamo visto causa un incremento di morti anche per altre patologie, diminuendo le risorse e i mezzi a disposizione, e rendendo più difficile l’accesso alle cure.

Differenza tra Nord, Centro e Sud

Concentrandosi sul mese di marzo i dati a disposizione dell’Istat dimostrano che la mortalità in eccesso in Italia è stata del 47,2%. Un dato che deriva soprattutto dalla diffusione del virus al Nord, dove la mortalità in eccesso è stata del 93,9%. Al Centro, invece, la quota riguardante i decessi in più è del 12,2%. Al Sud l’impatto è invece minore, con un +4,3% rispetto alla media degli anni precedenti.

Cosa è successo in estate?

Le misure restrittive adottate in tutta Italia hanno portato complessivamente a una riduzione dei decessi, rispetto alla prima ondata. Se dopo appena due mesi di pandemia il numero ufficiale dei morti era impressionate, (ben 28.236 i decessi secondo il bollettino del 1 maggio), dopo 9 mesi possiamo affermare che la crescita delle morti non è stata per fortuna esponenziale, e il numero delle morti all’1 maggio non è stato ancora raddoppiato.

E rispetto alla prima ondata i decessi non sono concentrati prevalentemente al Nord, ma c’è una distribuzione più omogenea in tutto il territorio nazionale.

Dove sono concentrati i decessi in Italia

La Regione con il più alto numero di morti rimane la Lombardia, con un grosso scarto rispetto al Piemonte. Queste Regioni rimangono quelle con il più alto numero di morti anche nella seconda ondata. Ma il quadro generale è cambiato.

Regioni del Sud, che nella prima ondata della pandemia sembravano essere state meno investite dall’infezione, hanno raggiunto i livelli di mortalità riscontrati al Nord. È il caso della Campania, che ieri ha toccato quota 1.270 morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria (a inizio maggio non raggiungeva i 400, mentre la Lombardia era sopra i 13mila morti, e il Piemonte sopra i 3mila).

Le differenze tra regioni

E se la Lombardia oggi piange più di 20mila morti per Covid, al terzo posto, dopo il Piemonte che ha superato i 5mila morti), troviamo l’Emilia-Romagna, con più di 5300 morti. A seguire il Veneto, con oltre 3200 decessi, e poi Toscana e Liguria, sopra i 2200. Ben oltre i 1000 morti ci sono Lazio, Sicilia, Puglia e Marche.

Come si vede le Regioni del Sud, Campania, Sicilia e Puglia, sono ormai in linea con i numeri delle Regioni più colpite all’inizio dell’emergenza. Sotto i mille morti tutte le altre. Il Molise resta la Regione con il minor numero di decessi: ieri, secondo il bollettino del 22 novembre, erano meno di 100.


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Il sito del Ministero della Salute

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