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Coronavirus: le linee guida dell’Unione Europea per salvare il settore turistico

App funzionanti in tutti i Paesi europei, un sito web unico per tutto il continente a disposizione dei turisti con informazioni su situazione alle frontiere, letti liberi negli ospedali, disponibilità di posti letto negli hotel e andamento delle infezioni per ogni regione. La Commissione Europea ha approvato una serie di raccomandazioni affinché i Governi non vadano in ordine sparso aumentando i rischi per salute ed economia. L’obiettivo principale è quello di salvare l’industria del settore turistico dalla crisi dovuta all’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus.

Coronavirus: le linee guida dell’Ue per salvare il turismo dalla crisi

La Commissione Europea prova a salvare la stagione estiva, cruciale per l’industria del turismo, che da sola vale il 10% del Pil europeo, ovvero 1.400 miliardi di euro. L’equipe, guidata da Ursula von der Leyen lo fa approvando una serie di raccomandazioni e linee guida affinché i governi si coordinino, non vadano in ordine sparso come invece fatto con la chiusura dei confini a inizio pandemia.

Nel Recovery Fund, finanziato dai bond europei un quinto delle risorse potrebbe essere dedicato proprio al turismo. Ma per ora bisogna salvare l’estate ed evitare – o limitare – fallimenti a catena. Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo il settore brucerà tra il 60 e l’80% dei ricavi rispetto al 2019, con perdite tra gli 840 e 1000 miliardi. La Commissione Ue stima che le perdite nel continente hanno già raggiunto il 50% per hotel e ristoranti, l’85% per tour operator e agenzie viaggio e il 90% per crociere e compagnie aeree. In generale il calo delle prenotazioni è pari al 60-90% rispetto all’anno scorso. A rischio ci sono 6 milioni di posti di lavoro.

Apertura delle frontiere

Le linee guida Commissione partono dall’apertura delle frontiere, che dovranno essere coordinate. Le quarantene, oggi obbligatorie nella maggior parte dei Paesi per chi arriva da un altro partner Ue, dovranno essere eliminate in modo coordinato e graduale tra aree epidemiologiche con rischi simili e dove c’è una capienza dei sistemi sanitari adeguata per affrontare un eventuale aumento dei contagi imputabile ai turisti.

Sarà l’Ecdc ad aggiornare costantemente la mappa europea dei contagi in base alla quale sarà possibile aprire al flusso di viaggiatori. Si cerca così di evitare la creazione di corridoi turistici tra alcuni Stati membri che potrebbe discriminare in particolare l’Italia, più ferita degli altri dalla pandemia.

Passaporti sanitari

Al momento non passa invece l’idea di un passaporto sanitario chiesto da diversi governi, tra cui quello italiano, sempre per evitare accordi tra alcuni stati che taglierebbero fuori gli altri: per Bruxelles non ci sono le basi scientifiche per dichiarare una persona immune.

Sito web di aggiornamenti in tempo reale

Per favorire gli spostamenti dei viaggiatori, la Commissione Europea propone di creare un sito web unico per tutti gli Stati con informazioni in tempo reale per informare i turisti su situazione alle frontiere, contagi nelle vare zone dell’Unione, strutture sanitarie nelle singole località turistiche, disponibilità di posti letto negli alberghi e di tavoli nei ristoranti. Un modo per evitare affollamenti, anche calcolando i tempi di visita di un museo o di un sito archeologico.

App di tracciamento

Bruxelles spinge poi per rendere interoperabili le app nazionali, ovvero per farle parlare tra loro e consentire ai turisti di utilizzarle in tutti i Paesi della Ue per il tracciamento dei contagi e contenimento di nuove infezioni. Un punto fondamentale per permettere la ripresa degli spostamenti all’estero. App e intelligenza artificiale possono anche servire per aiutare la popolazione a mantenere distanziamento sociale tra persone.

Le raccomandazioni

Bruxelles chiede a ristoranti e bar di tenere i tavoli ad almeno a due metri di distanza, di evitare code al bancone o ai buffet. Agli albergatori si chiede di rimanere in contatto con gli ospiti anche dopo la loro partenza in modo da poter comunicare loro eventuali contagi registrati durante il soggiorno e far scattare le misure di contenimento.

Il personale degli hotel deve essere addestrato affinché possa garantire il distanziamento sociale tra clienti, l’igiene e la gestione degli spazi. In spiaggia ombrelloni e sdraio dovranno essere posizionate almeno a due metri di distanza (ovviamente la norma non vale per le persone dello stesso nucleo famigliare). Per tutte le attività ricettive sarà indispensabile procedere a sanificazioni regolari, anche degli impianti ventilazione. Per gli aerei sono raccomandati gli stessi filtri usati negli ospedali.

I trasporti

Per il settore dei trasporti scatto l’obbligo delle mascherine per personale e passeggeri. In quelli urbani, si chiede di aumentarne gli orari in modo da diminuire l’affollamento e di prevedere l’uso di stickers per il distanziamento tra utenti. Bruxelles chiede di prevedere l’apertura automatiche porte per evitare ai passeggeri di schiacciare il bottone della fermata. Non viene chiesto lo stop della share mobility, anche se dovrà essere prevista la disinfezione regolare di auto, scooter, bici e monopattini.

I rimborsi

Infine, per contribuire a evitare crisi di liquidità e fallimenti a catena delle aziende del turismo Bruxelles chiede ai governi di affiancare al rimborso dei viaggi cancellati a causa del Covid-19 anche la possibilità di offrire dei voucher per recuperare la vacanza più avanti. Sarà però il cliente ad avere l’ultima parola tra rimborso e rinvio del soggiorno.


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Il sito del Ministero della Salute

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