Cronaca

Coronavirus, palestre e centri sportivi chiusi: ecco come e quando poter chiedere un rimborso

Coronavirus, le palestre ed i centri sportivi sono chiusi ormai da quasi un mese a causa del ‘lockdown‘ stabilito per fronteggiare l’emergenza. Circa un terzo degli italiani pratica attività sportiva in centri specializzati, che ora non può più frequentare. La chiusura delle strutture ha azzerato quasi completamente un giro d’affari annuo pari a circa 10 miliardi, ma le misure finiscono anche per gravare sul portafogli di chi, da cliente, aveva già sborsato i soldi per l’iscrizione e le quote periodiche. Non sempre, però, è possibile ottenere un rimborso.

Palestre e centri sportivi chiusi per coronavirus: come ottenere il rimborso

Come spiega il Corriere della Sera, alcune palestre e centri wellness nelle ultime settimane hanno contattato direttamente gli utenti per proporre di congelare gli abbonamenti, sospendendo temporaneamente la loro validità e facendoli ripartire a emergenza ferita. Si tratta però di una decisione unilaterale, che spetta al singolo gestore e che comunque non offre particolari garanzie. L’Unione nazionale consumatori, ad esempio, ha già lanciato un monito attraverso le parole del presidente Massimiliano Dona: «Molte attività sono in ginocchio e potrebbero rimanere chiuse dopo la fine dell’emergenza. C’è il rischio che i consumatori non possano poi usufruire di abbonamenti e ingressi, quindi devono avere il diritto al rimborso di una parte della quota versata».

Modulistica e informazioni

Un’altra associazione di consumatori, il Codacons, ha pubblicato un modulo in cui si può chiedere ai gestori la restituzione parziale degli abbonamenti già pagati a palestre, piscine e centri sportivi. Il rimborso deve essere proporzionale al periodo di chiusura e quindi alla mancata prestazione dei servizi. Non sempre, però, si può avere diritto a determinati rimborsi: ci sono infatti delle eccezioni a cui prestare attenzione.

Massimiliano Dona, dell’Unione nazionale consumatori, ha infatti precisato: «Se il contratto prevede un numero prestabilito di ingressi, senza scadenze temporali, allora l’utente potrà usare il diritto di accesso a fine eemergenza. Se l’abbonamento è mensile, annuale o comunque periodico e ad ingresso libero, si dovrebbe avere il dirtto alla restituzione della quota parte dell’abbonamento non utilizzata durante l’emergenza». In caso di pagamento ancora in corso, con finanziamento, dovrebbe invece essere possibile interrompere il versamento delle rate comunicando per iscritto, direttamente alla finanziaria, l’impossibilità di usufruire del servizio a causa dell’emergenza.

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