La lettera di una liceale: “Stato incapace mi sta privando della mia età più bella”

È virale la lettera di una liceale che parla di come lo Stato stia gestendo l’emergenza coronavirus. Una lettera inviata al Corriere Fiorentino nella quale Camilla, studentessa di 17 anni parla di “Uno Stato incapace mi sta privando della mia età più bella”.

Coronavirus, la lettera di una liceale fiorentina

“Domenica 11 ottobre ho avuto contatto con un caso positivo”, racconta, “non appena saputo mi sono autonomamente sottoposta a un periodo di quarantena e, poiché l’Asl non ha provveduto a procurarmi alcun certificato, la scuola non ha potuto attivare per me la didattica a distanza. Mercoledì 21 ho effettuato il tampone, mi è stato garantito che in massimo 48 ore sarebbe stato disponibile il referto. 24 ore passano, ne passano 48, ne passano 72, passano 5 giorni… niente. Io intanto sono reclusa in casa, non posso tornare a vivere la mia vita, non posso uscire nemmeno per portare la spazzatura ai cassonetti.

Sono giunta alla conclusione che la società non sta facendo assolutamente niente per il mio bene, che non mi rispetta né come studente né come persona. Non è affatto sicuro (anzi, alquanto improbabile) che io possa tornare a frequentare l’edificio scolastico, in quanto è necessario attivare la didattica a distanza per arginare il contagio, poiché la Regione non è riuscita a trovarmi posto su un autobus”.

Costretta a passare le giornate al pc

“A causa di un problema facilmente risolvibile sono costretta a passare la mie giornate davanti a un pc, privata di tutto ciò che di bello la scuola offre, dell’unica occasione di socializzare (perché non mi è più permesso muovermi se non per «spostamenti necessari»), di imparare, di costruirmi il futuro, di divertirmi. Mi limiterò ad alzarmi la mattina, ad avviare uno schermo, a seguire a fatica le lezioni, ad accendere la tv e a trascorrere i pomeriggi imbambolata di fronte ad essa. Non dovrebbe essere questa la prospettiva di vita di una ragazzina di 17 anni”.

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