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“7 morti su 10 sono maschi”. Ecco cosa c’è dietro questo dato

Il coronavirus uccide più gli uomini che le donne. Il Covid-19 sembra essere più letale negli uomini che nelle donne. A confermarlo era stato un rapporto dell’Istituto superiore di sanità, che aveva analizzato il sesso delle vittime del virus.

Coronavirus, muoiono più uomini che donne

Negli uomini, la letalità risultava pari al 7,2%, mentre per le donne si attesta sul 4,1%. Ma, se si prende in considerazione la fascia di pazienti tra i 70 e i 79 anni, la letalità sfiora l’8% nei primi e il 2% nelle seconde. Il motivo di tale diversità, legata al genere, verrà a galla analizzando accuratamente le cartelle cliniche delle persone decedute per coronavirus, dopo che l’Iss avrà confermato le effettive morti per la malattia Sars-CoV-2, ma gli esperti hanno iniziato ad avanzare alcune ipotesi.

Le parole di Bertolini

Guido Bertolini, epidemiologo dell’istituto Mario Negri di Bergamo, aveva rivelato in un’intervista a Repubblica che “su dieci contagiati in modo grave, 7 sono maschi e 3 sono femmine. Negli anziani arriviamo al rapporto di 8 a 2”.

Perché muoiono più uomini che donne per il Covid-19?

Secondo lui, la causa della differenza di letalità potrebbe essere da ricercare nella produzione ormonale di uomini e donne: gli uomini, infatti, producono androgeni, mentre le donne estrogeni, ormoni che potrebbero costituire delle resistenze naturali al virus. Ma, se la causa fosse da ricercare negli estrogeni, dopo la menopausa, quando diminuisce la produzione, le donne dovrebbero essere colpite in egual misura rispetto ai pazienti maschi. Invece non è così.

Per questo, secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, la risposta alla differenza di genere potrebbe essere ricercata in una questione genetica: “Può darsi ci sia un aspetto genetico legato al fatto che ci siano degli enzimi sul cromosoma X e per questo le donne riescano ad essere più immuni”, è l’ipotesi avanzata dal professore.

Silvio Garattini, fondatore dell’ Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, invece, avrebbe ricondotto la differenza di letalità in uomini e donne alle cattive abitutidi o stili di vita. Secondo quanto riporta Libero, Garattini sottolinea anche la diversità tra uomo e donna di essere contagiato: “Si ammalano di coronavirus più gli uomini delle donne, perché le donne hanno generalmente fumato di meno nel passato e questo ora torna a loro vantaggio. La vulnerabilità polmonare dovuta alle sigarette è meno diffusa tra le femmine”.


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