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Cosa vuol dire accettare l’incarico con riserva? L’iter per la formazione di un nuovo Governo

Cosa vuol dire accettare l'incarico con riserva? Ecco l'iter per la formazione di un nuovo Governo

Mario Draghi, convocato questa mattina 3 febbraio, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha accettato con riserva l’incarico di formare un nuovo governo. Ma cosa vuol dire?

È durato più di un’ora il colloquio tra il presidente della Repubblica e l’ex numero della Bce. Alle 11.55 Mario Draghi è arrivato al Quirinale per l’incontro con Sergio Mattarella. Alle 13.15 il segretario generale del Colle, Ugo Zampetti, ha comunicato hai giornalisti la formula di rito. “E’ un momento difficile, ringrazio Mattarella per la fiducia”, ha detto Draghi ai giornalisti.

Cosa vuol dire accettare l’incarico con riserva?

L’accettazione con riserva è una formula di rito. Ciò significa che il premier incaricato svolge un breve giro di consultazioni tra le forze politiche in Parlamento. Dopodiché si presenta di nuovo al Quirinale per sciogliere positivamente o negativamente la riserva.

L’incarico con riserva: che vuol dire?

L’incarico viene conferito in forma orale, al termine di un colloquio tra il Presidente della Repubblica e la personalità prescelta. E una volta conferito, il Presidente della Repubblica non può interferire nelle decisioni dell’incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici.

Cosa succede quando scoglie la riserva

Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell’Esecutivo e dei Ministri. Il procedimento si conclude con l’emanazione di tre tipi di decreti da parte del Presidente della Repubblica, con i quali nomina il Presidente del Consiglio, i singoli ministri e l’accettazione delle dimissioni del governo uscente.

Il giuramento

Prima di entrare in carica, il Presidente del Consiglio e i ministri devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall’art. 1, comma 3, della legge n. 400/88.

La fiducia

Successivamente, entro dieci giorni dal decreto di nomina, il governo deve presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere la fiducia, voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari e avvenire per appello nominale, al fine di impegnare i parlamentari nella responsabilità di tale concessione di fronte all’elettorato. Il Presidente del Consiglio e i ministri assumono le loro responsabilità sin dal giuramento e prima della fiducia, e salvo crisi di governo, restano in carica 5 anni.

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