Cronaca

Ergastolo ostativo: cos’è e cosa dice la legge in Italia

In cosa si differenzia dall’ergastolo comune e cosa stabilisce la legge in Italia

Lunedì 31 ottobre, il Cdm si riunirà per discutere sull’ergastolo ostativo, ma cos’è e quale differenza c’è con l’ergastolo comune?

Cos’è l’ergastolo ostativo: cosa dice la legge italiana

Lergastolo ostativo è una pena che è stata introdotta nei primi anni Novanta, in seguito alle stragi in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 

Tale pena è regolata dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario e sostanzialmente stabilisce che tutti coloro che vengono condannati per reati di particolare gravità, come ad esempio quelli relativi alla criminalità organizzata, al terrorismo o all’eversione, non possono accedere a quelli che sono noti come “benefici penitenziari” e alle misure alternative di detenzione.

Ne consegue che le persone a cui viene assegnata questa pena, non possono accedere a liberazione condizionale, lavori esternisemilibertà e permessi-premio; per via delle forti limitazioni che la pena impone ai detenuti, l’ergastolo ostativo è conosciuto anche con l’appellativo di “fine pena mai”. 

La norma che disciplina l’ergastolo ostativo stabilisce che la continuità della pena può essere superata soltanto se il condannato collabora con la giustizia e dà prova del suo ravvedimento, inserendosi in un apposito circuito socio-rieducativo.

Differenza con l’ergastolo comune

L’ergastolo comune è la tipologia di ergastolo semplice, ossia quella che viene assegnata a coloro che non hanno commesso reati di tipo ostativo; gli ergastolani comuni possono richiedere la liberazione anticipata e i permessi premio, naturalmente a condizione che mantengano una buona condotta e che diano prova di ravvedimento partecipando a percorsi di reinserimento socio-culturale. 

Diversa è la normativa che stabilisce cosa possono ottenere gli ergastolani ostativi rispetto a quelli comuni. I condannati all’ergastolo ostativo infatti possono usufruire dei benefici penitenziari soltanto se collaborano attivamente con la giustizia ed è per questo motivo che questa disciplina ad oggi ha sollevato non pochi dubbi e perplessità nell’ambito della legittimità costituzionale.

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