Cronaca

Costretta a prostituirsi dai familiari: uccisa a 23anni davanti ai figli

Veniva costretta da alcuni familiari a prostituirsi, non voleva più farlo ma temeva per la vita dei suoi bambini. Gloria Pompili aveva appena 23 anni quando, il 23 agosto 2017, fu picchiata a morte davanti ai figli da alcuni parenti, che poi avevano provato a giustificare il decesso con un malore.

Picchiata a morte perché non voleva più prostituirsi

Gloria Pompili, infatti, veniva costretta a prostituirsi dalla zia Loide Del Prete, la cugina 40enne della mamma, e dal compagno 24enne di quest’ultima, Saad Mohammed Elesh Salem. Il fratello maggiore di Elesh Salem, Mohamed, era invece il compagno di Gloria. Ogni giorno la ragazza veniva accompagnata in auto sulla Nettunense, mentre i suoi figli, che all’epoca dell’omicidio avevano cinque e tre anni, restavano tutto il tempo nella frutteria che Loide e Elesh gestivano ad Anzio. Da tempo Gloria voleva smettere di prostituirsi, ma veniva minacciata e picchiata e temeva anche e soprattutto per le minacce verso i suoi due bambini, che in un’occasione erano stati messi dentro una cassetta, legata ad una fune e lasciata penzolare da un balcone.

Il tragico epilogo di una storia assurda, fatta di schiavitù, sopraffazione e annichilimento dell’essere umano, si era consumato oltre due anni fa: Gloria era morta in una piazzola di sosta sulla Monti Lepini, e i due parenti avevano spiegato agli inquirenti che era stata vittima di malore. Le condizioni del corpo (frattura di una costola e danneggiamento del fegato e della milza, oltre all’emorragia fatale), però, contrastavano con quanto dichiarato dai familiari, che erano stati così indagati e poi rinviati a giudizio.

Oggi il pm Carlo Lasperanza, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, ha chiesto un totale di 60 anni di reclusione a carico dei tre imputati.

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