Cronaca

Covid, aumenta l’incidenza delle varianti in Italia: in arrivo il test rapido per riconoscerle

Si tratta di un test molecolare con cui sarà possibile individuare se una persona è colpita da una variante in 2 ore circa

Cresce l’incidenza delle varianti del Covid sui positivi alle infezioni in Italia. In alcune Regioni questa ha raggiunto circa il 50% con una prospettiva di crescita molto alta. Il presidente del Cts, Franco Locatelli, ha spiegato che la variante inglese è destinata a diventare quella dominante. E, a questo proposito, nelle prossime settimane arriverà un test rapido che aiuterà a scoprire se un caso positivo è stato infettato da una delle varianti.

Covid: un test veloce per riconoscere le varianti

Da metà marzo un test veloce potrà essere utilizzato nei laboratori per verificare, sulle persone già individuate come positive al Covid, se sono state contagiate da una delle tre variante più in circolazione: quella inglese, la brasiliana e la sudafricana“, ha spiegato Massimo Ciccozzi, l’epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, uno degli istituti che lo riceverà.

Si tratta – ha aggiunto – di un test molecolare sul genoma cui cui sarà possibile individuare in 2 ore circa se una persona è colpita da una variante. Sulla base del risultato ottenuto poi il campione deve essere sequenziato per capire quale variante sia. In questo modo si potrà avere la prevalenza delle varianti che circolano“.

Covid: varianti legate alle persone che viaggiano

Sulla situazione nel nostro paese Ciccozzi ha sottolineato che tutte le varianti sono riferibili a casi di persone che avevano viaggiato. Al momento comunque manca in Italia un sistema strutturato per andare a vedere come il virus cambia. Nel Regno Unito sono state investiti 30 milioni di sterline in un consorzio finanziato dal governo che raggruppa istituti di ricerca e università con l’incarico di mappare tutto quello che sta nascendo, “ma si sta lavorando per creare un centro anche in Italia“, ha riferito il virologo Carlo Perno, direttore dell’Unità di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Le mutazioni del coronavirus – ha spiegato – sono migliaia ma sono solo tre le varianti che contano: quella Gb, la sudafricana e la brasiliana. I virus generano varianti e in questo caso, tutto sommato, accade in modo contenuto, a differenza di altri virus come quello dell’epatite C e dell’Hiv. L’obiettivo deve essere la riduzione delle produzioni di nuove varianti, riducendo la diffusione del virus“.

Le varianti nelle Regioni

Nelle Regioni dove si è registrato un rapido aumento dei casi come Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, oltre che nelle Province autonome di Trento e Bolzano, le varianti di Sars-Cov-2 sarebbero, secondo le simulazioni sull’andamento dei ricoverati, già tra il 40 e il 50% del totale dei positivi.

E questo trend è in aumento, ha sottolineato il fisico Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di Scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr, grazie a una simulazione basata su un algoritmo che definisce “Scova-varianti” di Sars-Cov-2. È stato sviluppato dal suo team del Consiglio nazionale delle ricerche e aggiorna il sistema di calcolo da loro stessi realizzato per monitorare l’evoluzione della malattia.”

Le varianti in Abruzzo

Spinella ha aggiunto che “in Abruzzo, nell’arco di un mese da oggi, se non dovessero esserci misure contenitive, i casi della variante potrebbero raggiungere la quota del 90%” e che “senza altre misure di contenimento dei contagi di Sars-Cov-2, nelle Regioni che si trovano già ad avere il virus variato almeno al 50%, la variante a maggiore contagiosità sostituirà pressoché totalmente la versione ‘standard’ nell’arco di un mese e mezzo a partire da oggi. Dunque, a fine marzo“.


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Il sito del Ministero della Salute

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