Cronaca

Covid, l’Australia ha deciso di non acquistare il vaccino Johnson & Johnson

Nessun vaccino Johnson & Johnson per l’Australia che ha deciso di non acquistare dalla casa farmaceutica americana alcuna dose: ecco perché

Nessun vaccino Johnson & Johnson per l’Australia che ha deciso di non acquistare dalla casa farmaceutica americana alcuna dose. A renderlo noto è stato il ministro della Salute Greg Hunt che ha escluso che il governo australiano possa pensare a un contratto per il vaccino Johnson & Johnson troppo simile a quello AstraZeneca per cui l’Australia ha già un contratto per 53,8 milioni di dosi e ha deciso il non utilizzo al di sotto dei 50 anni di età. “J&J è un altro vaccino vettoriale virale – ha spiegato Hunt – e non raccomandiamo, in questo momento, che il governo acquisti qualsiasi ulteriore vaccino vettoriale virale”.

L’Australia ha deciso di non acquistare il vaccino Johnson & Johnson

Si tratta di un vaccino che utilizza un adenovirus, cioè un virus “del raffreddore” delle scimmie, inattivato, che serve per trasportare nell’organismo le informazioni genetiche utili a sviluppare la difesa contro le spike, ossia le “coroncine” che il virus utilizza per attaccare le cellule.

Lo scorso gennaio sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine i dati dello studio di fase 1/2a che hanno mostrato che, dopo una singola vaccinazione, gli anticorpi neutralizzanti contro COVID-19 sono stati rilevati in oltre il 90% dei partecipanti allo studio al 29 giorno e nel 100% dei partecipanti di età compresa tra i 18 e i 55 anni al 57 giorno.

Lo studio clinico

Per quanto riguarda lo studio clinico di Fase 3 ENSEMBLE, disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza del candidato vaccino nel fornire protezione nelle forme da moderate a gravi già a 14 e 28 giorni dalla vaccinazione, è stata osservata l’insorgenza della protezione al quattordicesimo giorno.

Dove viene prodotto

Il siero della Johnson & Johnson è prodotto in diversi Paesi: parte dal New Jersey e arriva in Belgio, passando dall’Olanda e dall’Italia.

Il quartier generale della multinazionale farmaceutica è a New Brunswick, nella piana industriale dello Stato del New Jersey, a meno di 80 chilometri da New York, ma è tra Massachusetts e Europa che il vaccino è nato. Tre sono i luoghi chiave: il centro di ricerca Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, dove i ricercatori hanno lavorato in sinergia con quelli del centro vaccini Janssen Pharmaceutical di Beerse, in Belgio, e del Centro biologico Janssen di Leiden, in Olanda, a cinquanta chilometri da Amsterdam.

In questo triangolo si sono concentrate le tre fasi obbligatorie di sperimentazioni del vaccino sui volontari. Ma la seconda fase, quella operativa, ha visto l’allargamento della rete di produzione. Per aumentare la produzione l’azienda americana ha stretto dal 2020 una partnership con la Catalent, che ha sede in New Jersey.


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