Cronaca

Covid Campania: “Molti giovani tra 18 e 20 anni intubati”

Covid Campania, allarme per i giovani tra i 18 e i 20 anni intubati. Preoccupazione dell'Unità di Crisi Regionale

Sempre più giovani intubati a causa del Covid in Campania. La segnalazione è di Pina Tommasielli, medico e responsabile per la medicina territoriale dell’Unità di Crisi della Regione Campania per l’emergenza Covid che sui social scrive: “Il dato più raccapricciante di questa terza ondata, che sarà in evoluzione per i prossimi  quindici giorni, è il numero di giovani (18-19-20 anni) nelle terapie intensive degli ospedali cittadini. Ci sono molti giovani  intubati. Chiudiamoci in casa e, se chiamati, andiamoci a vaccinare”.

Covid Campania, sempre più giovani intubati

“Aumentano i ragazzi – chiarisce Tommbasielli – ricoverati in terapia intensiva e sub-intensiva, bisogna tenere alto il livello di attenzione”. Nell’ordinanza regionale pubblicata domenica 21 marzo, la Regione ha ricordato la soglia di allarme per l’aumento dei focolai Covid ed alla diffusa presenza di varianti che circolano.

“I dati relativi alla Regione Campania – si legge nell’ordinanza – attestano, anche per l’ultima settimana, un’incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, la diffusa circolazione di varianti di SARS-CoV-2 su tutto il territorio regionale, con conseguente alto rischio di diffusività e di malattia grave e un trend dei focolai in ulteriore aumento”.

La situazione della Campania sui vaccini

“La Campania e Napoli – prosegue Pina Tommasielli – hanno il più alto numero di defezioni, soprattutto tra il personale scolastico, alle convocazioni per la vaccinazione con AstraZeneca. Eppure, la Campania è tra le regioni dove il contagio corre più velocemente. Non esistono vaccini di serie A e di serie B: esiste la fiducia nella scienza e nelle Autorità Sanitarie italiane ed europee, nonché nella rete di sorveglianza per la rilevazione di eventi avversi che è molto attiva e performante.

Chi ha il privilegio di appartenere alle categorie che oggi possono accedere alla vaccinazione non lo sprechi, per sé stesso e per l’intera comunità. Lo dobbiamo ai tanti che sono già in terapia intensiva e a quelli che oggi ci entreranno, per non avere avuto ancora questa opportunità”.


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