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Covid: aumentano i prezzi di consumo in generale – i dati Istat

Secondo i dati Istat, durante la pandemia da Covid i prezzi dei beni alimentari sono aumentati rispetto al 2019

Secondo i dati Istat, durante la pandemia da Covid i prezzi di consumo sono aumentati, in particolare quelli dei beni alimentari e dei tabacchi. Gli aumenti si registrano dal 2019 al 2020. Nei mesi di maggio e giugno infatti si è registrato:

  • + 2,2% i beni alimentari
  • -9,2% beni energetici
  • + 3% tabacchi
  • + 0,5% beni di carattere generale

    Tabella indice di prezzo al consumo 2019 2020
    Fonte Istat

Covid: i prezzi degli alimenti aumentano

Il diffondersi della pandemia ha modificato anche le scelte di acquisto di molti italiani, che hanno fatto registrare un incremento delle vendite di alcuni prodotti a discapito di altri.

Il vero boom è stato quello osservato nei confronti della farina che ha avuto un’impennata dell’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A seguire sul podio la carne in scatola con un incremento del 60% e i legumi con il 55%. Anche la pasta e il riso sono aumentate rispettivamente del 51% e del 39%. Aumenta anche il consumo di alcolici: la Fondazione Veronesi ha diffuso i dati  secondo cui il 42,34% degli intervistati ha dichiarato di bere di più dall’inizio del lockdown.

Il segno positivo è stato registrato anche per tutti gli altri prodotti a lunga conservazione come olio, zucchero, conserve di pomodoro, biscotti e latte UHT.

Bevande, merendine e pasticceria industriale in ribasso

I prodotti che hanno subito un ribasso invece sono le bevande alcoliche, con una riduzione che oscilla tra il 7 e il 20%, e quelle analcoliche come succhi di frutta e bibite. Anche le merendine e la pasticceria industriale hanno registrato un calo delle vendite pari al 12%.

L’Antitrust indaga

L’Autorità ha inviato richieste di informazioni a numerosi operatori della grande distribuzione soprattutto dell’Italia centrale e meridionale. Sono emersi a marzo 2020 aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari rispetto a quelli correnti nei mesi precedenti differenziati a livello provinciale. L’obiettivo è “individuare eventuali fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria”. Lo riporta il Fatto Quotidiano

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