Cronaca

Covid, secondo il presidente della fondazione Gimbe l’Italia è in una situazione peggiore di quella di marzo

Il Paese è in ritardo rispetto all'evoluzione del virus, nonostante il Dpcm

Secondo l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, relativo all’evoluzione dell’epidemia nel nostro Paese, la situazione in Italia sarebbe peggiore rispetto a quella di marzo, a causa dell’evoluzione dei contagi nel Sud Italia, con un boom di casi che nella prima fase non si era verificato. Le misure sono state tardive, secondo la fondazione, nonostante i Dpcm in rapida successione.

Covid, fondazione Gimbe: situazione peggiore di quella di marzo

“In questa seconda ondata siamo messi peggio di marzo, c’è un coinvolgimento del centro sud, che ha servizi sanitari più fragili, abbiamo di fronte 4-5 mesi di inverno, c’è la pressione data dall’epidemia influenzale, il personale sanitario è meno motivato e ci sono attriti tra governo ed enti locali che impediscono di prendere le misure più opportune”, a parlare è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto in audizione in videoconferenza davanti alla Commissione Sanità del Senato, a proposito del monitoraggio relativo all’evoluzione della situazione epidemiologica italiana.

Ritardi

“Siamo in ritardo sull’evoluzione del virus, passano 15 giorni tra il contagio e la notifica dei casi, c’è inoltre un ritardo in molte regioni sulla notifica delle diagnosi. L’indice Rt non può essere utilizzato da solo per decidere le misure, perchè è in ritardo e può essere sottostimato, deve essere valutato insieme ad altri parametri”, ha sottolineato Cartabellotta. “Inoltre siamo in ritardo con i Dpcm, stiamo andando verso il lockdown totale perchè non siamo in grado di valutare gli effetti delle misure introdotte con i vari decreti”, ha spiegato ancora. “Bisogna notare che anche un lockdown totale da solo permette di ottenere una riduzione del 50% dei casi al ventottesimo giorno”, ha specificato l’esperto.

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