Cronaca

Covid e immunità gregge, è possibile? Cosa dicono i virologi

Cosa dicono virologi e docenti universitari in merito all'immunità di gregge

I virologi e i professori più autorevoli si sono espressi sull’immunità di gregge. Genericamente la risposta è un secco “no”, ma sarebbe banale e troppo generica. Ecco come hanno risposto Bassetti, Pregliasco, Gismondo e Ricciardi.

Covid e immunità gregge, è possibile? La risposta di Bassetti

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha affermato:

L’immunità di gregge non si raggiungerà mai perché il virus” di Covid “continua a mutare. Noi l’abbiamo imparata a conoscere con un virus che era sempre lo stesso e con un vaccino che era in grado di ridurre significativamente i contagi e la malattia grave, per esempio quello del morbillo. Però non possiamo usare per Sars-CoV-2 l’espressione immunità di gregge perché è un virus respiratorio che continua a cambiare, mentre l’R0 del morbillo è sempre stato di 18. Mentre con Sars-CoV-2 era prima 2, poi 20 e magari domani sarà 30. Dobbiamo ragionare sull’immunità per le forme gravi di malattia Covid e questa l’abbiamo già raggiunta“.

Bassetti spiega perché abbiamo una immunità verso la forma grave di patologia associata al Sars-CoV-2: “Tra chi è vaccinato con tripla dose, più i guariti dal Covid una o due volte, ogni volta mettiamo un paletto in più e una difesa in più contro l’autostrada iniziale con cui il virus entrava nei polmoni. Oggi il virus ci entra meno e siamo di fronte ad una immunità contro le forme gravi di malattia Covid, direi 98-99% della popolazione“, stima l’infettivologo.

La risposta di Gismondo

Se contro Covid-19 l’immunità di gregge resterà o meno un’utopia, “non è possibile prevederlo adesso“, perché “dipenderà dalle mutazioni future del virus. E comunque l’immunità naturale sarà sempre superiore a quella conferita da vaccini vecchi“. Così afferma Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.

Questo virus è tutto ancora da scoprire” nelle evoluzioni che avrà, premette l’esperta. Però “noi – aggiunge – possiamo sempre guardare a quella che è stata la storia delle pandemie, che sono finite solo quando il virus si è diffuso, si è creata un’immunità e la maggior parte della popolazione si è trovata protetta“. È proprio nella speranza che la storia si ripeta che “io credo – ribadisce la microbiologa – che in questa fase in cui Sars-CoV-2 si sta diffondendo così significativamente, possiamo aspettarci che la popolazione rimanga immune e che la pandemia possa finire. Ripeto – tiene a precisare Gismondo – è un pensiero di esperto che si fonda su quelle che sono le conoscenze e su quella che è la storia delle pandemie. Se poi questo virus si comporterà diversamente, certamente non lo posso prevedere“.

Pregliasco: immunità intesa come periodica riduzione della popolazione infettata

Non un’immunità di gregge intesa come azzeramento” della possibilità di contagiarsi, bensì “un’immunità intesa come periodica riduzione della quota di popolazione suscettibile all’infezione“. Considerate le caratteristiche di mutevolezza e imprevedibilità di Sars-CoV-2, “un’immunità ‘a onde’” è l’unica possibile contro Covid-19 secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi. Su questo tipo di immunità, spiega l’esperto, possiamo agire regolando la lunghezza delle ‘onde buone’, quelle con una fetta più consistente di popolazione protetta, attraverso la vaccinazione e le misure prudenziali anti-contagio.

Ci saranno cioè periodi come questo, con “Omicron 5 super contagiosa, una grossa quota di popolazione suscettibile all’infezione e i ‘rubinetti’ dei movimenti e dei contatti sociali molto aperti“, e periodi successivi in cui “per 4-6 mesi dall’infezione o dalla vaccinazione una quota maggiore di soggetti rimarrà immune“. E poi “ancora nuove varianti nei cui confronti sarà maggiore la quota di persone suscettibili, che ancora una volta si ridurrà con vaccinazioni e/o infezione naturale“. Secondo il virologo sarà dunque “un po’ come con l’influenza, che non colpisce ogni anno le stesse persone, ma quelle non immuni perché non sono vaccinate o perché non la fanno da un po’“.

Ricciardi: “Immunità gregge impossibile con questo virus”

L’immunità di gregge o di popolazione, “con un virus” come il covid “che provoca così tante reinfezioni, non è tecnicamente possibile“. Si può avere, nelle persone che si infettano, “una momentanea refrattarietà, ma che dura pochi mesi. Con germi così contagiosi e, soprattuto, che hanno capacità di infettare di nuovo, non c’è nessuna possibilità“. Lo dice Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.

L’immunità di gregge, spiega Ricciardi, “si acquisisce quando si arriva ad avere un’immunità permanente, grazie a un vaccino o a un’infezione naturale. Con Sars-CoV-2 questo non accade proprio perché estremamente contagioso e in grado di reinfettare“.

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