Cronaca

Covid e matrimoni: nel decreto riaperture nessun accenno a protocolli per settore wedding

Il disperato appello: "Siamo fermi da oltre 14 mesi. Siamo stufi"

Covid e matrimoni, ci si può sposare con il nuovo decreto Covid? Molte attività ed esercizi commerciali fermi da tempo a causa della pandemia da coronavirus sono state inserite nella road map delle riaperture messa a punto dal governo Draghi. Tra queste non è incluso il comparto del wedding. Il fatturato del settore, secondo un report di Jfc, è crollato del 92,7% rispetto ai dati dell’anno precedente, con ricadute anche sul turismo

Covid e matrimoni, ci si può sposare con il nuovo decreto Covid

Con il nuovo decreto Covid emanato dal governo Draghi, molte attività guardano a un’imminente riapertura dopo mesi di stop. La road map per la ripartenza delle attività prevede ripartenze graduali, in prima battuta nelle zone gialle, a partire da lunedì 26 aprile fino a luglio.

Si inizierà la settimana prossima con bar e ristoranti con tavoli all’aperto, musei, cinema e teatri. Sarà poi il turno di piscine e palestre, fino ad arrivare a congressi, fiere, parchi tematici e centri termali. Un settore che non viene citato nel decreto è invece quello dei matrimoni, per cui ,al momento, non è prevista alcuna riapertura definita nei dettagli o con un protocollo particolare.

La posizione del presidente di Assoeventi

“Per il CTS possono riaprire tutte le attività economiche, tutte tranne quelle del wedding e degli eventi privati. Serviva un consulto di scienziati per arrivare a questa conclusione senza senso?”, scrive Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, in un lungo sfogo sulla pagina Facebook dell’associazione di Confindustria dei settori Events, Luxury e Wedding.

Turismo e matrimoni

Per l’Italia il problema della mancanza di certezze sulla ripresa dei matrimoni si lega anche al turismo. Secondo i dati di una ricerca di Jfc, pubblicata da ANSA in anteprima, prima della pandemia l’industria legata al comparto dei matrimoni aveva registrato 486 milioni di euro di fatturato da oltre 9mila matrimoni di stranieri in Italia, con un milione e 783mila presenza sul territorio tra invitati e partecipanti.

“Considerando che i mercati Usa e Gran Bretagna – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e direttore dell’Osservatorio Italiano Destination Wedding Tourism – rappresentavano in epoca pre-pandemia ben il 39,6% del valore del wedding tourism, è interessante focalizzare l’attenzione su come si stanno comportando proprio questi mercati.

Dalla rilevazione emerge che i wedding specialists operanti in questi due mercati hanno perso, nel 2020, il 69,7% degli eventi e il 78,9% di fatturato. Tuttavia rimane elevato l’interesse per l’Italia come destination wedding, in quanto oggi il 59,2% dei wedding specialists di questi due mercati anglofoni dichiara di avere molta richiesta per l’Italia, purtroppo al momento impossibile da soddisfare”.

Crollo del fatturato

Stando sempre al report di Jfc, per il 45,2% degli operatori non ci sarà alcuna ripartenza prima della primavera 2022. Feruzzi continua: “I dati fanno comprendere il perché del tracollo del settore in Italia: nel 2020 ha purtroppo segnato un -87,3% di presenze ed un ancor più significativo -92,7% di fatturato rispetto ai dati dell’anno precedente, assestandosi pertanto a 35,5 milioni di fatturato generati da 226 mila presenze”.

L’appello della star del wedding Enzo Miccio

È ora di alzare la voce! Abbiamo bisogno di lavorare, in sicurezza, con un protocollo serio e dettagliato… non potete più ignorarci! Tutto il comparto che rappresento è in grave crisi, non possiamo più attendere!” Ha scritto così Enzo Miccio, la star dei wedding planner e di tanti programmi tv su nozze ed eleganza (da ‘Ma come ti vesti?’ ad ‘Abito da sposa cercasi’), sul suo profilo Instagram per protestare contro le perduranti restrizioni per matrimoni ed eventi. Accanto al post, Miccio ha anche pubblicato un video con un appello, dove contravvenendo alla sua proverbiale pacatezza alza la voce per chiedere la riapertura.

Continua Miccio

Cari amici, proprio in queste ore sul tavolo del presidente del Consiglio è arrivato il nostro protocollo, che abbiamo realizzato insieme alla Feu (Filiera Eventi Uniti), un’associazione che tutela un po’ tutto il comparto degli eventi della quale faccio parte. Si è parlato proprio in questi giorni di ripresa: abbiamo parlato dei teatri, cinema, ristoranti, centri estetici, palestre, piscine ma non una parola sugli eventi e i matrimoni. è un comparto importante parliamo di oltre 80.000 aziende medie, grandi e piccole.

Siamo fermi da oltre 14 mesi. Siamo stufi. Bisogna che qualcuno inizia a pensare anche a noi. Abbiamo voglia di lavorare. Non di assistenzialismo. Metteteci in condizioni di lavorare. Abbiamo stilato un protocollo dettagliato tenendo in considerazione l’emergenza che stiamo vivendo ma con questo protocollo possiamo realizzare matrimoni in tutta sicurezza e ridare lavoro a tante persone che lavorano in questo comparto. Datemi una mano, fate diventare virale questo video”, dice Miccio che ha totalizzato con questo post, già solo sul suo profilo, oltre 140.000 visualizzazioni.


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