Cronaca

Covid, monitoraggio ISS: “Rt sfiora 1, incidenza di 135 casi per 100mila abitanti

Aumenta l’indice Rt medio in Italia: tra il 27 gennaio e il 9 febbraio è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07). Cresce anche l’incidenza dei casi, pari a 135,46 per 100.000 abitanti. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità si tratta di un valore lontano “da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

Tra il 27 gennaio e il 9 febbraio l’indice Rt medio, calcolato sui casi sintomatici, è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in aumento rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l’uno. Questo uno dei dati principali dell’epidemia emersi dal monitoraggio settimanale dell’Iss, come contenuto in una nota dello stesso Istituto. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità l’incidenza dei casi Covid in Italia a livello nazionale nella settimana presa in esame cresce rispetto alla settimana precedente: 135,46 per 100.000 abitanti (8-14 febbraio) contro 133,13 per 100.000 abitanti del periodo 1-7 febbraio (dati flusso Iss), “lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

Rt vicino a 1: cosa significa

Secondo i parametri stabiliti da governo e Istituto Superiore di sanità per essere in area gialla le regioni devono presentare un indice Rt inferiore a 1. Quando ciò si verifica, si ha uno scenario di tipo 1, in cui la trasmissione del virus è localizzata in focolai e non è necessario introdurre restrizioni eccessive; non a caso in “zona gialla” ci si può liberamente spostare all’interno della propria regione e i ristoranti sono aperti a pranzo, chiudendo solo alle 18. Quanto l’indice Rt è superiore a 1, si rientra in uno scenario di tipo 2 in cui scatta la zona “arancione”. Il rosso, invece, si ha quando l’Rt arriva a 1.25 e in questi casi gli spostamenti sono vietati anche all’interno del proprio comune. L’indice Rt è uno dei parametri più importanti da tenere in considerazione ma non è certo l’unico: determinante, ad esempio, è la percentuale di ricoverati negli ospedali e il tasso di occupazione delle terapie intensive.

Quali regioni rischiano di cambiare colore dopo il monitoraggio dell’ISS

Alla luce degli ultimi dati emersi dal monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità il Ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe introdurre, in diverse regioni, norme più severe per il contenimento dei contagi e sono decisamente molto probabili dei cambi di colore nella mappa dell’Italia. Attualmente infatti nessuna regione è in zona rossa: lo sono solo alcune province e città. In arancione, invece, si trovano Abruzzo, Liguria, Toscana, Sicilia, Umbria, Provincia Autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento (quindi l’intero Trentino Alto Adige). Da domenica, però, dalla fascia gialla potrebbero passare in arancione anche l’Emilia Romagna e la Lombardia, oltre a Friuli Venezia Giulia, Marche e Piemonte. A rischiare la zona rossa, invece, potrebbero essere l’Abruzzo e l’Umbria, alle prese con un’altissima incidenza di variante inglese.

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