Cronaca

Covid, sanzioni e ritorsioni agli operatori delle Rsa che denunciarono i problemi di sicurezza

Covid, sanzioni e ritorsioni agli operatori delle Rsa: denunciarono i problemi di sicurezza sul luogo di lavoro durante la pandemia

Sanzioni e ritorsioni agli operatori delle Rsa che denunciarono i problemi di sicurezza sul luogo di lavoro durante la prima ondata di Covid. La denuncia è stata inoltrata da Amnesty International: “messo a tacere, con procedimenti disciplinari e persino licenziamenti, chi denunciò carenze e mancanze”.

Covid, sanzioni e ritorsioni agli operatori delle Rsa che denunciarono i problemi di sicurezza

Elogiati dal governo, puniti dai datori di lavoro. Sono gli operatori e le operatrici sociosanitarie in prima linea che avevano segnalato problemi di sicurezza sul luogo di lavoro durante la pandemia e che, come denuncia Amnesty International, sono stati sottoposti a procedimenti disciplinari e ritorsioni.

Un clima di paura

Un terzo delle persone interviste da Amnesty ha raccontato di un clima di paura e ritorsione sul posto di lavoro. Gli avvocati hanno riferito oltre dieci casi di procedimenti disciplinari e licenziamenti, anche nei confronti di rappresentanti sindacali che avevano denunciato la mancanza di adeguate misure sanitarie e di sicurezza.

La legge sul “whistleblowing”

Da quattro anni è in vigore in Italia la legge sul “whistleblowing”, che protegge chi denuncia irregolarità sul posto di lavoro ma non garantisce loro un’adeguata protezione per quanto riguarda la riservatezza e l’indipendenza nel settore privato. Le autorità italiane devono proteggere tutti gli operatori sanitari e sociosanitari nelle strutture del settore privato. Alla luce di questa situazione, Amnesty, torna a chiedere al Parlamento di istituire una commissione indipendente di inchiesta che si concentra sulla situazione delle strutture residenziali.

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