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Covid, scoperta una variante brasiliana: che cosa sappiamo?

Tutto quello che sappiamo sulla nuova variante brasiliana del covid

Cresce la preoccupazione per la scoperta della nuova variante brasiliana del covid. Si chiama P.1. Ma cosa sappiamo al riguardo? Ecco tutto quello che c’è da sapere e come funziona la nuova variante del coronavirus.

Covid, scoperta una variante brasiliana: come funziona?

Preoccupa la nuova variante del covid scoperta in Brasile. Il governo di Londra, già alle prese con la variante inglese, ha deciso di imporre la chiusura temporanea e precauzionale dei confini del Regno Unito, dopo che un caso di variante «brasiliana» è stato mappato in UK.

Le caratteristiche della variante brasiliana

Le varianti sono cambiamenti della sequenza genetica del virus che hanno in sé molte mutazioni. Le varianti brasiliane sono in realtà due: la B.1.1.28 (K417N / E484K / N501Y), ribattezzata P.1, e la B.1.1.28 (E484K). Entrambe hanno una mutazione, la E484K, comune alla variante «sudafricana», che è quella che preoccupa, perché sarebbe stata vista sfuggire agli anticorpi in alcuni studi.

In particolare, secondo la ricerca dell‘Imperial College di Londra con l’Università di Oxford e di San Paolo che ha sequenziato e evidenziato la variante a Manaus (capitale del grande stato brasiliano di Amazonas), il lignaggio denominato P.1 contiene una costellazione unica di mutazioni, comprese diverse mutazioni di importanza biologica note come E484K, K417T e N501Y.

La N501Y è comune alla variante “inglese”, invece P.1 e la variante “sudafricana” condividono tre posizioni di mutazione nella proteina spike, tra cui E484K. Le tre varianti, nonostante le somiglianze, sembrano essere sorte in modo completamente indipendente e sembrano essere associate a un rapido aumento dei casi nei luoghi dove sono state identificate.

La mutazione

La mutazione E484K è sotto osservazione perché mostra una riduzione di 10 volte della neutralizzazione da parte di vari anticorpi rispetto al virus “comune” in alcuni pazienti. Lo ha evidenziato, tra gli altri, anche uno studio dell’Università di Siena che, in parole povere, ha sondato la penetrabilità del plasma neutralizzante di un paziente convalescente “sottoposto” al virus “autentico”.

Il plasma ha neutralizzato completamente il virus per 7 passaggi, ma dopo 45 giorni il virus ha trovato “una strada” modificandosi e la modifica del giorno 73 ha comportato l’emergere della mutazione E484K nel dominio di legame del recettore.

Con altre modifiche, il giorno 80 si è generata una variante completamente resistente alla neutralizzazione del plasma. La variante P.1 è anche ritenuta responsabile, in Brasile, della re-infezione di un paziente di 30 anni già guarito dalla malattia in occasione di un precedente contagio. Tuttavia, le mutazioni E484 hanno ridotto la neutralizzazione, ma non l’hanno cancellata. Neutralizzazione ridotta non significa assenza di immunità e sarà necessario uno studio accurato per determinare le implicazioni per la protezione negli esseri umani.

La diffusione

Il fatto che la stessa mutazione si sia evoluta in posti differenti potrebbe significare che il virus, quando spinto a mutare, trova la stessa soluzione. Potrebbe essere per questo motivo che la variante è sorta in un luogo dove la gran parte della popolazione era già stata infettata, come Manaus.

L’alta prevalenza induce il virus a cambiare per poter infettare più persone possibile. A Manaus si stima che a ottobre il 76% della popolazione fosse stato infettato, basandosi su un campione di anticorpi trovati nei donatori di sangue. A novembre il lignaggio P.1 non era ancora presente, ma nei campioni raccolti tra il 15 e il 23 dicembre, invece, è stato identificato nel 42% dei positivi. Sono in corso gli studi.

Stop ai voli dal Brasile: l’ordinanza di Speranza

“Ho firmato una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato. Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione”, ha scritto sui social network il ministro della Salute Roberto Speranza.

FONTE IL CORRIERE DELLA SERA 


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