Economia

Criptovalute, anche i governi ci puntano per superare le crisi

Uno strumento che era nato qualche anno fa come metodo di pagamento esclusivamente online appannaggio di una ristretta èlite. Nel tempo le connotazioni di questo prodotto finanziario sono state letteralmente stravolte e si assiste oggi ad un utilizzo sempre più diffuso delle criptovalute.

Anno dopo anno sono state utilizzate non soltanto come metodo alternativo di pagamento, ma anche alla stregua di asset da investimento, anche in Italia. Nel nostro paese soltanto 1/3 dei consumatori ritiene che le criptovalute siano un investimento affidabile: numeri ancora bassi ma comunque in crescita. Così come d’altra parte tutti quelli che riguardano il comparto.

La necessità di regolamentare

Oggi investire in criptovalute è diventato estremamente facile anche per chi opera in autonomia, senza quindi intermediari o promotori. Basta collegarsi ad una piattaforma online che consente tale opzione ed acquistare criptovalute da investimento finanziario.

Chi preferisce tenerle direttamente in un wallet virtuale, un portafogli smaterializzato, può rivolgersi comunque al web e reperirle senza troppa fatica. Il tema è stato sdoganato ed ha comportato la necessità di una regolamentazione stringente per la sicurezza dei consumatori, ma anche per rendere maggiormente fruibile un argomento che molti utenti continuano ad ignorare. E si parla non soltanto di cittadini ma anche di governi ed enti centrali che sempre più stanno affrontando il tema di una regolamentazione per un comparto che, ancora oggi, sfugge ad una normativa chiara de delineata.

Il caso del Venezuela

Parlando di governi centrali che decidono di regolamentare o di far ricorso alle criptovalute, in queste ore il Venezuela ci sta riprovando. La Banca Centrale del Venezuela punta sui Bitcoin (le criptovalute più famose) per finanziare la crisi del Paese sperando, in questo modo, di risolvere i problemi della compagnia petrolifera statale nel pagare i fornitori.

La Banca Cenrtrale starebbe conducendo esperimenti per verificare la possibilità di incamerare Bitcoin ed Ethereum (altra criptomoneta molto in voga) così da consentire alla compagnia petrolifera nazionale Petroleos de Venezuela di pagare i propri fornitori. Il tutto partendo dal  fatto che, vista la congiuntura attuale del paese, le principali banche mondiali diffidano dal fare affari in Venezuela.

Un altro passo verso lo sdoganamento definitivo di questi strumenti finanziari virtuali che, come ha di recente sottolineato il commissario della SEC (commissione titoli e scambi USA), oggi c’è un approccio eccessivamente paternalistico sia delle istituzioni sia degli stessi cittadini verso le Criptovalute, che dovrebbero tornare ad essere ciò per cui sono nate: la moneta del web.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio