Politica

Crisi di governo, Draghi: “Ricostruire patto fiducia se vogliamo stare insieme”

Ieri gli incontri del premier con Pd e centrodestra. Berlusconi e Salvini determinati su linea del sì al Draghi bis senza i 5 stelle altrimenti si va dritti al voto

Crisi di governo, cosa succede oggi, mercoledì 20 luglio? Quella odierna sarà una giornata cruciale per il futuro del governo dopo le dimissioni presentate da Mario Draghi la scorsa settimana. Alle 9.30 l’ex presidente della Bce si recherà a Palazzo Madama per le sue comunicazioni con voto prima del voto della fiducia al Senato.

Le comunicazioni del presidente del Consiglio e il successivo dibattito sulla fiducia – con eventuale voto in serata – partiranno dunque da Palazzo Madama dove la seduta sarà sospesa in mattinata, dopo l’intervento di Draghi, per permettere al premier di consegnare il testo del suo intervento alla Camera.

Crisi di governo, ecco cosa succede oggi

“L’unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi al Senato.

Con una breve seduta alla Camera, il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha consegnato al presidente di Montecitorio, Roberto Fico, le comunicazioni tenute al Senato. “Le consegno il testo delle comuni comunicazioni da me rese al Senato ai fini del dibattito di domani – ha detto Draghi – ringrazio le onorevoli deputate e gli onorevoli deputati per il contributo che daranno”.

Nelle scorse ore al termine di una giornata di interlocuzione con i leader della forze politiche, prima con Enrico Letta e poi in serata con il centrodestra, da palazzo Chigi sono stati registrati segnali positivi che possono far pensare a un buon punto di partenza. Dopo tanti aut aut e distinguo, le cose avrebbero potuto concludersi con una fumata nera.

Il programma di domani e le possibili elezioni

Stessa procedura per la Camera dei Deputati dove Mario Draghi si presenterà nella giornata di domani, giovedì 21 luglio, alle 9. Prima la seduta per dibattito a seguire e replica. Il voto finale fiducia dalle 13. 45, ora di inizio della chiama nominale dei deputati che dovrebbe durare poco più di un’ora.

Se il premier dovesse confermare la sua intenzione di dimettersi,  l’alternativa principale sarebbero le urne. Le elezioni si svolgerebbero il 2 o il 9 ottobre.

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