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Conte termina il discorso alla Camera: “Viva l’Italia” | Cartelli di protesta in Aula

Crisi di governo, cosa ha detto Conte nel discorso alla Camera dei Deputati: "La situazione non è affatto semplice"

Giuseppe Conte ha tenuto il discorso alla Camera dei Deputati sulla crisi di governo. Il Presidente del Consiglio dei Ministri poco prima di entrare in Aula ha dichiarato: “La situazione non è affatto semplice”. Nel suo discorso ha fatto appello ai “responsabili” sottolineando l’importanza della ripartenza e del legame con l’Europa. Sui numeri molti interrogativi, anche alla Camera ma ancora di più al Senato dove i conti si faranno domani. Pd e M5s chiudono all’ipotesi di riportare IV nella maggioranza. Renzi si dice pronto a discutere “con chiunque”.

Il centrodestra ha presentato una risoluzione per respingere le comunicazioni di Conte. Seguirà il dibattito fino alle 15.30, alle 17 sono previste le repliche del premier e poi le dichiarazioni di voto e il voto di fiducia, atteso attorno alle 20.30. I deputati nella seduta mattutina sono in tutto 77.

Crisi di governo, il discorso di Conte alla Camera dei Deputati: cosa ha detto

Quando il premier Conte è entrato in Aula, è stato accolto con un applauso da M5S, Leu e Pd, immobili i deputati di Italia Viva. I deputati della Lega invece hanno urlato “Buuh!”. “All’inizio di questa esperienza di governo, nel 2019, prefigurai un chiaro progetto politico per il Paese. Precisai che il programma non poteva risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile sommatoria delle posizioni delle forze di maggioranza. Un’alleanza tra formazioni provenienti da storie, esperienze, culture di diversa estrazione e che in passato si erano confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due discriminanti. Il convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese” ha esordito Conte.


Crisi di governo, stasera si vota la fiducia a Conte


“Sin dall’inizio mi sono adoperato perché si delineasse la prospettiva di un disegno riformatore, ampio e coraggioso” per “configurare una nuova stagione riformatrice” basata sulla “sostenibilità, sulla coesione sociale e territoriale, sul pieno sviluppo della persona umana. E ancora oggi “c’è una visione” Lo dice il premier Giuseppe Conte intervenendo in Aula alla Camera.

“Abbiamo operato sempre le scelte migliori? Abbiamo assunto le decisioni più giuste? Noi abbiamo agito con il massimo scrupolo e nella massima attenzione”. Così il premier Giuseppe Conte, parlando dell’operato del governo nella gestione dell’emergenza sanitaria. “Se posso parlare a nome del governo a testa alta non è per l’arroganza, ma è nella consapevolezza di chi ha impegnato tutte le energie. È stata politica la scelta di tutelare la salute, solo tutelando quel bene primario si può preservare il tessuto economico del Paese. Politica è stata la determinazione con cui il governo ha chiesto all’Unione europea”, nel segno dell’europeismo, “di farsi promotrice”, nella pandemia, “di politiche espansive, con debito comune orientato al raggiungimento di strategie condivise. Lo storico accordo su Next generation Eu ha impresso alla politica europea una svolta irreversibile inaugurando un nuovo corso in grado di cambiare i paradigmi delle politiche economiche e il volto stesso dell’Ue. L’assegno unico mensile si colloca in una cornice di interventi volti ad alleggerire il peso fiscale sulle famiglie. Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fossero state condivisione, collaborazione, responsabilità in ciascuna forza politica. Chiedo un appoggio limpido e trasparente su una convinta adesione ad un progetto politico. A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia io dico: ‘aiutateci’. Viva l’Italia, grazie”.

L’emergenza Covid

“In questi mesi drammatici questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo convergenza di vedute, risolutezza di azione anche nei momenti più difficili” ha detto Conte sottolineando che “agli inizi 2020 il progetto del governo si è dovuto misurare con la pandemia che ha sconvolto in profondità la società e la dinamica stessa delle nostre relazioni. Affrontiamo una sfida di portata epocale, si vivono paure primordiali, più spesso conosciute da generazioni del passato. Torniamo a sentirci profondamente fragili, alcune certezze radicate sono state poste in discussione. Ci siamo misurati quotidianamente come mai in passato con scienza e tecniche, con la difficoltà a fornire risposte efficaci e rapide. Siamo stati primi in occidente costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona, operando delicatissimi bilanciamenti dei principi costituzionali.

Nel dibattito pubblico che si è levato in questi mesi vi è un altro elemento. Alcuni hanno opinato che la pandemia avrebbe oscurato, schiacciato la politica. Il dialogo tra politica e scienza si è infittito particolarmente ma mai come in questo periodo la politica ha operato scelte per il bene comune, alcune delle quali di portata tragica. E’ stata politica la scelta di tutelare in via prioritaria la salute, perché solo tutelando quel bene primario si può preservare anche il tessuto produttivo del Paese. Tutta la politica è stata la scelta di destinare ingenti risorse, più di cento miliardi di euro, a sostegno di lavoratori, imprese, categorie fragili, con ristori proporzionati. Questi interventi ci hanno permesso di erigere la cintura necessaria di protezione, apprezzata da economisti come Krugman. 
Voglio ringraziare a nome del governo tutte le associazioni che rappresentano le categorie produttive: con loro il dialogo è serrato e lo sarà sempre più. Grazie al sindacato italiano per il grande sforzo che sta facendo con un contributo essenziale per rendere i nostri interventi più efficaci: sta contribuendo a rafforzare la tenuta del Paese”.

L’attacco a Renzi

“Proprio nei momenti più critici del Paese dobbiamo trovare le ragioni più nobili e alte della politica come servizio per i bisogni della comunità nazionale e non come logica di potere. Alla società che sta uscendo con difficoltà dalla pandemia non possiamo offrire risposte mediocri. Il governo deve essere all’altezza di questo compito.

“Da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso alcun plausibile fondamento. Il Paese merita un governo coeso, ora si volta pagina”. 

I progetti per il Paese

“Serve un concreto progetto di riforma fiscale che non è più rinviabile per ricostruire la fiducia dei cittadini e delle imprese. Dobbiamo lavorare per il benessere dei cittadini. I compiti sono molteplici e tutti urgenti. Dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme per mettere in sicurezza il Paese e portarlo fuori dalla pandemia. Inoltre dobbiamo proseguire nel proteggere gli investimenti più strategici del Paese e rafforzare politiche di intervento sulla base delle nostre filiere più produttive.

Il governo, chiaramente nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà a promuovere una riforma elettorale proporzionale, quanto più possibile condivisa, che possa coniugare le ragioni del pluralismo con l’esigenza di assicurare stabilità al sistema politica. Turismo e cultura sono pilastri della strategia nazionale e tra i settori più colpiti. Dobbiamo valorizzare i principali asset dell’offerta culturale e turistica. Dobbiamo ancora lavorare per l’economia di genere, per livellare i gap salariali, per rafforzare il sostegno alle donne vittime di violenza”.



La posizione di Matteo Renzi

“Tutti concordano sulla necessità di un sogno unificante per il Paese e non di una caccia al singolo voto in Parlamento. Abbiamo chiesto alle forze di maggioranza di cambiare passo, di fare un salto di qualità, di non rinviare la soluzione dei problemi, di fare un patto di legislatura. Lo abbiamo fatto per mesi, accettando nel frattempo di votare di tutto, persino la fiducia a Bonafede, pur di dare un segnale di collaborazione.


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Ci hanno dipinto come cacciatori di poltrone” ha scritto Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nella sua newsletter Enews aggiungendo “Ci vediamo domani al Senato. Per noi in dichiarazione di voto parlerà Teresa Bellanova. Io interverrò durante la discussione generale”. 

La posizione del centrodestra

“Il centrodestra ha ribadito la sua compattezza in vista delle comunicazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte e del voto alla Camera dei deputati. Le forze politiche presenteranno una risoluzione unitaria con la quale si sottolinea l’assoluta inadeguatezza del governo nell’affrontare sia gli effetti sanitari che gli effetti economici della pandemia. Durante il vertice è stato ribadito che un governo con una maggioranza risicata o inesistente non è ciò di cui ha bisogno l’Italia per affrontare le difficili sfide dei prossimi mesi” si legge in una nota congiunta al termine del vertice del centrodestra.
I deputati della Lega hanno rumoreggiato in Aula quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rivendicato il fatto che l’Italia sia stata “l’unica Nazione che abbia coinvolto il Parlamento così intensamente” nella elaborazione del recovery plan. Dai banchi della Lega si è urlato: “Bugiardo!” e “Ma dai!”.

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