Cronaca

Le intercettazioni su Vincenzo Cutolo si allargano del calcio, le conversazioni di De Rossi e Floro Flores

Le intercettazioni sui rapporti di Vincenzo Cutolo si allarga al mondo del calcio. Le indagini coinvolgono Daniele De Rossi e Antonio Floro Flores.

Le indagini su Cutolo si allargano al mondo del calcio

Vantano rapporti di amicizia altolocati. Spesso anche con noti calciatori di serie A, per rafforzare autostima e consenso agli occhi dei propri affiliati. Camorristi e narcos che amano creare contatti con calciatori famosi. Ciò pur di acquisire appeal agli occhi del proprio seguito. È la sintesi dei carabinieri nell’informativa a carico di Vincenzo Cutolo, noto come Borotalco, figlio di Salvatore, detenuto dal lontano 2007.

IL traffico della droga

Affari legati allo smercio della droga, non manca un capitolo legato al mondo frequentato fino a qualche mese fa da Vincenzo Cutolo. Tra shopping in via Condotti a Roma, grandi alberghi nella Capitale, viaggi in famiglia all’insegna del relax.

Il mondo del calcio di Vincenzo Cutolo

E tifo da stadio, quello per la Roma, la sua squadra del cuore. Ed è in questo capitolo che spunta una conversazione tra l’ex capitano giallorosso Daniele De Rossi e l’ex collega Antonio Floro Flores (la cui sorella ha sposato un soggetto ritenuto vicino allo stesso Vincenzo Cutolo). Ovviamente sia Daniele De Rossi che Antonio Floro Flores sono estranei alle accuse che tengono in cella Vincenzo Cutolo.

I dialoghi con De Rossi e Floro Flores

La telefonata è del 5 gennaio 2013. Un dialogo privo di rilevanza penale, nel corso del quale l’ex attaccante della Roma si limita a ricambiare i saluti del collega giocatore.

  • Dice De Rossi a Floro Flores: «Stavo vedendo la partita della Lazio… prima non facevo un massaggio manco morto, ora tutto massaggi e stretching»;
  • Floro Flores: «Da quando ti stai allenando con Zeman sei morto…»;
  • De Rossi: «Ma tu ce l’hai avuto? Lo hai mai avuto?»;
  • Floro Flores: «Sai quando ho avuto Zeman? La prima partita che ho fatto in serie A, allora ero giovane, tutta forza ed entusiasmo».

Le intercettazioni rilevate

Ma a che serve inserire intercettazioni del genere in un’informativa di pg? Scrivono i carabinieri: «Si tratta di conversazioni apparentemente prive di elementi degni di nota, che sono state considerate di interesse al mero scopo di rimarcare la figura autoritaria di cui sembra godere il Vincenzo Cutolo in ogni ambiente e/o realtà sociali da egli frequentate». Contatti abbastanza unilaterali, se si pensa che l’ex capitano della Roma si limita a rispondere ai saluti del collega, concedendosi giusto un paio di battute.

I regali

C’è un secondo capitolo legato al rapporto con i calciatori, in relazione ad alcune pastiere inviate a Trigoria, come omaggio tributato a Daniele De Rossi, il giorno prima della partita Napoli-Roma. Questa volta ad essere intercettate sono le conversazioni tra Vincenzo Cutolo e un non meglio identificato «uomo», che lo informa del presunto incontro avuto con De Rossi.

  • Uomo: «Enzù, De Rossi non gioca…».
  • Vincenzo: «Perché?».
  • Uomo: «Perché si è bloccato il collo, non ce la fa a muovere il collo, hai capito?».
  • Vincenzo: «Ma che dici».
  • Uomo: «Eh, devi morire. Me lo ha detto ora, quando gli ho portato le pastiere…».
  • Vincenzo: «Ma chi? Hai trovato proprio Daniele?».
  • Uomo: «Eh, quello è sceso proprio lui giù, se le è venute a prendere, mi ha detto di ringraziare Enzo e mi ha detto: perché abbiamo fatto questo?».

Poi c’è un riferimento a un non meglio identificato «Alessandro», al quale l’uomo avrebbe fatto un’altra consegna, ricevendo in cambio la promessa di ospitalità a Trigoria: «Mi ha detto Alessandro – aggiunge l’interlocutore di Cutolo – che quando vogliamo andare a Trigoria, basta che chiamiamo lui».

Un momento di chiarezza, De Rossi sarà in campo

Semplici cortesie tra tifosi e calciatori, su cui conviene fare chiarezza. A differenza di quanto raccontato dall’interlocutore di Cutolo jr, il 6 gennaio De Rossi sarà in campo, nella partita persa dalla Roma al San Paolo per 4-1. Fatto sta che subito dopo la trascrizione dell’intercettazione la Procura di Napoli ha chiuso il capitolo «pastiere». Non era una parola in codice per celare altro materiale, ma dolci napoletani, vere e proprie pastiere spedite a Trigoria.

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