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Ancora arenato il ddl Zan sull’omotransfobia: scontro al Senato

La Lega aveva chiesto l'archiviazione della discussione, ritenendo il ddl Zan sull'omotransfobia un tema troppo divisivo per il governo Draghi

La Lega aveva richiesto di archiviare la discussione suscitando, così, la rabbia di Pd, M5s, LeU e del gruppo Misto. In realtà, la Lega, contraria già all’avvio del provvedimento, ha ritenuto il ddl Zan sull’omotransfobia poco aderente, rispetto al momento, chiedendo di evitare “temi così divisivi” in una maggioranza di unità nazionale.

Il ddl Zan sull’omotransfobia

Il ddl Zan rappresenta un’evidente battaglia contro le discriminazioni. Anzi, stupisce il ritardo dell’Italia nel ritrovare una soluzione alla problematica. Il disegno di legge è stato osteggiato in tal modo da alcuni gruppi politici, perché ritenuta “una legge che non serve”, in quanto il nostro ordinamento garantisce già la lotta alle discriminazioni, perfino quelle di genere.

Sul punto sono ritornati anche Vescovi ed alte cariche della Chiesa, definendo nuovamente il ddl Zan “una legge che non serve”. Anzi, il Cei ha definito il disegno pericoloso, perché capace di introdurre un “reato di opinione”. La discussione nella commissione Giustizia del Senato è sostanzialmente arenata, ma il disegno di legge contro l’omotransfobia ha suscitato screzi nell’Aula di Palazzo Madama. Proprio ieri, infatti, vi è stata una netta spaccatura sull’incardinamento del provvedimento. In merito, il presidente Andrea Ostellari, esponente del Carroccio, ha proposto di rimandare la questione alla conferenza dei capigruppo.


ddl zan

Arenato ddl Zan e scontro al Senato

La Lega, di fatto, sta bloccando letteralmente l’iter del ddl Zan contro l’omotransfobia, attraverso continui rinvii. Per la prima volta, ieri, anche Italia Viva ha aperto alle modifiche sul testo. Proseguono intanto gli scontri. In aula, a Palazzo Madama, il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo ha anche accusato  Pd-M5S- LeU di voler proseguire “come se al governo ci fosse ancora Conte”.

Il capogruppo del Partito Democratico al Senato Simona Mapezzi ha affermato: “vogliamo semplicemente discutere in commissione Giustizia dei disegni di legge che riguardano i crimini di odio. Visto che c’è una maggioranza ampia a sostegno del governo, il Parlamento può votare i decreti per l’emergenza e lavorare sui disegni di legge di iniziativa parlamentare. Una cosa non esclude l’altra”.

Il M5S ed il Pd sul blocco del ddl Zan in Senato

Anche il senatore Ettore Licheri del M5s ha replicato: “non c’è Paese al mondo che possa rinunciare a crescere sul tema dei diritti civili dell’individuo, checché ne dica la Lega. L’Italia vuole una legge che non permetta che una persona possa essere insultata e picchiata semplicemente per il suo modo di essere”.

Sul punto si è espresso anche Stefano Patuanelli, dello stesso M5S, durante un’intervista a RaiNews 24. Egli, contrariato per il blocco in Senato del ddl Zan, ha affermato: “io credo che la tutela dei diritti di ogni diversità e ogni eterogeneità dell’uomo debba essere al centro di tutte le politiche. Penso sia importante portare avanti questo disegno di legge che riprende molte proposte fatte dalla senatrice Maiorino in una sua proposta di legge. Chiediamo con urgenza la calendirizzazione di quella norma”.

Del gruppo Misto, invece, si è espressa anche Loredana De Petris: “Nel Parlamento nessuno può avere possibilità di veto ma tutti possono discutere. Qui arrivano provvedimenti dalla Camera, come il ddl Zan o quello sulla commissione d’inchiesta sulle fake news, ed è dovere di questo ramo del Parlamento esaminarli”.

Davide Faraone (Iv) sulle modifiche del ddl Zan e contro Beppe Grillo

Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, spacca il fronte del centro-sinistra, defilandosi dall’alleanza M5S-Pd-LeU, che non prevedeva accordi o modifiche sul disegno di legge contro l’omotransfobia. Faraone si è scagliato contro Beppe Grillo, ma indirettamente anche contro M5S e Pd, affermando: “Reputo ipocrita l’atteggiamento di chi si fa paladino del ddl Zan e non dice una parola contro Grillo che ha detto quelle cose in quel video scandaloso. Ipocrita perché con quel disegno di legge Grillo sarebbe stato cacciato a pedate dall’Italia. Ipocrisia di un ddl”.

Poi, ritornando sul blocco del disegno di legge, ha aggiunto: “Ho letto le proposte di modifiche fatte dalla presidente Valente che condivido. Ho letto quelle presentate dalla Concia che condivido. Quindi se anziché dividerci ideologicamente ci si siede, ognuno presenta i suoi emendamenti, propone proposte di modifica e si affronta l’argomento”.

Inoltre, tra gli applausi dei “presunti nuovi alleati del Centrodestra”, Faraone ha concluso: “Credo che questo ddl vada trattato, ci sono le condizioni per farlo”.

In cosa consiste il ddl Zan?

Il ddl Zan si sostanzia in misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

L’articolo 1 del testo del disegno di legge specifica che “per sesso si intende il sesso biolo­gico o anagrafico; per genere si intende qualunque ma­nifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’i­dentificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corri­spondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”.

L’articolo 7, invece, prevede l’istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia dedicata alla promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione, nonché  al contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni. Le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni. La giornata nazionale contro l’omofobia dovrebbe coincidere con il 17 maggio.

Poi, le ulteriori novità attengono la previsione della pena della reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette atti di discriminazione fondati “sul sesso,  sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”. É previsto il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi e la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.

L’articolo 10 del ddl Zan e l’Oscad, per la rilevazione statistica

Infine, l’articolo 10 stabilisce che: “ai fini della verifica dell’applicazione della presente legge e della progettazione e della realizzazione di politiche per il contra sto della discriminazione e della violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, oppure fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere e del monitoraggio delle politiche di prevenzione, l’Istituto nazionale di statistica, nell’ambito delle proprie risorse e competenze istituzionali, sentito l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), assicura lo svolgimento di una rilevazione statistica con cadenza almeno triennale. La rilevazione deve misurare anche le opinioni, le discriminazioni e la violenza subite e le caratteristiche dei soggetti più esposti al rischio, secondo i quesiti contenuti nell’Indagine sulle discriminazioni condotta dall’Istituto nazionale di statistica a partire dal 2011”.

 

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