Economia

Approvato il Decreto Lavoro: cosa prevede | Le novità

Il consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Lavoro. La riunione, convocata simbolicamente nel giorno della Festa del Lavoro, mira ad aumentare il taglio sul cuneo fiscale per incrementare così gli stipendi netti. Cosa cambia? Vediamo insieme tutte le novità.

Approvato il Decreto Lavoro: cosa prevede e novità

Il Consiglio dei ministri, riunitosi in questo lunedì primo maggio, ha dato il via libera ad una serie di misure riguardanti il mondo del lavoro. Dal taglio temporaneo del cuneo fiscale alle novità sui contratti, ecco cosa prevede e come è stato accolto.

Dal taglio temporaneo del cuneo fiscale fino al 7% per chi guadagna massimo 25mila euro all’arrivo del cosiddetto Assegno di inclusione. Il Consiglio dei ministri, riunitosi in via eccezionale in questo lunedì primo maggio, ha dato il via libera alle nuove misure sul mondo del lavoro all’indomani dell’incontro organizzato coi sindacati per illustrarle.

Proprio da questi ultimi, così come dalle opposizioni, sono arrivate critiche sulle decisioni dell’esecutivo. Per il presidente del M5s Giuseppe Conte “Meloni ha organizzato una sceneggiata che costerà caro ai lavoratori già poveri e sottopagati” mentre la segretaria del Pd Elly Schlein ha detto che il provvedimento del governo “è una provocazione”. “Si deve andare verso un lavoro più stabile e ben remunerato. Il decreto lavoro che vuole varare questo governo abolisce le risorse per combattere la povertà, dall’altra parte aumenta anche la precarietà”, ha detto.

Oltre che sul merito, sono arrivate parole dure anche contro il metodo. “Non esiste essere chiamati dopo quattro mesi in cui il confronto non c’è stato”, ha denunciato il segretario della Cgil Maurizio Landini. “Un metodo del genere non riconosce a sindacati e lavoratori, pensionati e giovani il ruolo che il sindacato deve avere per far crescere e migliorare il Paese”.

Il taglio del cuneo fiscale


Non è ancora stato pubblicato un comunicato stampa con tutte le misure, ma molte sono già note. Una delle novità più importanti riguarda il taglio del cuneo fiscale e contributivo. “Arriviamo al 6% del taglio sotto i 35mila euro e al 7% sotto i 25mila euro, fino alla fine dell’anno”, aveva anticipato Meloni nell’incontro coi sindacati. Sempre la presidente del Consiglio ha fatto sapere che il governo ha previsto “un incentivo che vale fino al 60% della retribuzione riconosciuto al datore di lavoro che assume giovani che non sono occupati e non sono in un percorso di formazione, i cosiddetti neet”.

Le novità sui contratti e i voucher

La novità che più fa indignare opposizione e sindacati è l’intervento sui contratti a termine e sui voucher, perché i primi vengono liberalizzati e i secondi estesi. Secondo quanto riporta da diversi media, ci saranno meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno (fino a dodici mesi non sono richieste) e queste ultime sono “affidate o ai contratti collettivi o, in assenza della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva”. Di base, dovrebbe diventare più facile per le imprese ricorrere a questo tipo di contratti aumentando fino a 36 mesi il periodo massimo per far lavorare un dipendente prima di assumerlo.

Si teme più precarietà anche perché, con le nuove regole, si potranno fare contratti di apprendistato anche a persone disoccupate over 40 (finora il limite era di 29 anni) e perché sale da 10mila a 15 mila euro la soglia di utilizzo dei voucher per i lavoratori di aziende che operano in determinati settori (congressi, fiere, eventi, parchi divertimento).

L’Assegno di inclusione e lo strumento di attivazione al lavoro

La ministra del Lavoro Marina Calderone, la termine del Consiglio dei ministri, conferma l’arrivo di un nuovo sostegno, che si chiamerà Assegno di inclusione. Secondo quanto si apprende, a partire dal primo gennaio 2024, sarà destinato alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e sarà pari ad un massimo di 500 euro al mese. La cifra potrà però arrivare a 780 euro nel caso in cui il nucleo viva in affitto. I beneficiari potranno riceverlo per 18 mesi e, in caso di necessità, per altri dodici dopo uno stop di un mese.

Per le persone potenzialmente occupabili sarebbe previsto invece il cosiddetto Strumento di attivazione al lavoro. A partire dal prossimo settembre, queste persone riceveranno un sussidio di 350 euro al mese per un periodo massimo di un anno (non prorogabile) e dovranno obbligatoriamente partecipare a corsi di formazione.

“Questo è un governo di legislatura, più strategia di lungo termine di questo non credo che ci sia. I nostri non sono interventi spot, ma c’è una visione che si concretizzerà e si scaricherà a terra”, aggiunge Calderone.

Fringe benefit

Il decreto lavoro dovrebbe inoltre prevedere anche particolari agevolazioni per i lavoratori con figli. Più nel dettaglio, come riporta La Stampa, nel provvedimento si legge che “limitatamente al periodo d’imposta 2023 non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3mila”.

Salvini: “80-100 euro in più in busta paga fino a dicembre”

“Approvato al Consiglio dei Ministri del Primo Maggio: aumenti dagli 80 ai 100 euro mensili in busta paga fino a dicembre. Dalla sinistra e dai sindacati del NO le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi per milioni di lavoratrici e lavoratori”. Lo scrive su twitter il ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini.

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