Politica

Decreto rave party, cambiano le regole: ecco le novità

Il nuovo provvedimento è pronto e tra qualche giorno si discuterà

Dopo le polemiche per il decreto-legge sulla regolamentazione dei rave party, il governo ha lavorato per cambiare alcune regole. Il centrodestra ha lavorato con l’obiettivo di definire un testo che può seguire l’iter parlamentare più agevole. Il provvedimento è pronto a seguire la sua strada in commissione Giustizia al Senato: pochi giorni e si potrà cominciare a discutere del nuovo decreto.

Cambia il decreto sul Rave party

Il nodo centrale era superare il pericolo delle intercettazioni telefoniche, ma soprattutto evitare le facili strumentalizzazioni sul possibile effetto negativo della legge riguardo le generiche manifestazioni di piazza. Attraverso un emendamento sottoscritto dai partiti del centrodestra si è dato nuovo corpo al decreto migliorandolo in tanti punti.

Innanzitutto, come riporta il quotidiano Il Messaggero, ci sarà un leggero ritocco al ribasso delle pene per chi organizza o partecipa ai Rave party. In un primo momento era prevista la reclusione dai tre ai sei anni. Ciò dava la possibilità agli inquirenti di far ricorso alle intercettazioni telefoniche, possibilità bocciata sonoramente da Forza Italia. Con la decisione di limitare la carcerazione a un tempo inferiore ai cinque anni non sarà più possibile utilizzare le conversazioni telefoniche nelle indagini.

La definizione di raduno illegale

Un altro importante cambiamento riguarda la maggiore “tipizzazione” del reato. In pratica sarà definito meglio il tipo di raduno considerato illegale. Ciò sarà possibile rendendo più evidente l’utilizzo di sostanze stupefacenti in questi incontri e considerando da punire, eventualmente, un numero più alto di partecipanti, fino a questo momento fissato a 50 e ritenuto troppo basso per un Rave party.

Su un punto, però, la maggioranza non transige: non si fa marcia indietro sulla confisca. I Rave party illegali, secondo il governo e il centrodestra, si combattono seriamente solo se colpiscono le tasche degli organizzatori, sequestrando impianti stereo e audio utilizzati per gli incontri e gli altri strumenti, spesso dal valore economico molto alto.

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