Cronaca

Decreto Ristori: ristori e contributi a fondo perduto: ecco a chi spettano

I ristori previsti dal Decreto Ristori si inquadrano nell’ambito dei contributi a fondo perduto. Ecco i beneficiari dei fondi

È stato approvato da Cdm Decreto Ristori, che prevede un pacchetto di aiuti da 4-5 miliardi, finanziati recuperando risorse inutilizzate in bilancio. I ristori previsti si inquadrano nell’ambito dei contributi a fondo perduto. È attorno ad essi che ruota il punto focale del nuovo decreto. Come promesso dal ministro dell’Economia Gualtieri, i soldi arriveranno “in tempi record entro il 15 novembre”.

Dl Ristori: ecco i beneficiari dei contributi a fondo perduto

Il Governo Conte ha scelto la via di suddividere in categorie le attività colpite dalle ultime misure di contenimento introdotte, andando relativamente ad individuare un’aliquota di ristoro ben definita, che parte dal 100% fino ad arriva al 400% e comunque fino a un massimo di 150.000 euro.

Ristori del 400%

I ristori del 400%, secondo la bozza di testo del decreto Ristori, spetterebbero a:

  • discoteche,
  • sale da ballo,
  • night-club e simili.
  • I ristori del 200% sarebbero invece previsti per:
  • Catering per eventi, banqueting;
  • attività di proiezione cinematografica;
  • organizzazione di convegni e fiere;
  • gestione di teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche, gestione di stadi, gestione di piscine;
  • gestione di impianti sportivi polivalenti, gestione di altri impianti sportivi nca;
  • attività di club sportivi;
  • gestione di palestre;
  • enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi;
  • altre attività sportive nca;
  • parchi di divertimento e parchi tematici;
  • sale giochi e biliardi;
  • altre attività di intrattenimento e di divertimento nca;
  • servizi di centri per il benessere fisico (esclusi gli stabilimenti termali); stabilimenti termali;
  • organizzazione di feste e cerimonie;
  • gestioni di funicolari, ski-lift e seggiovie se non facenti parte dei sistemi di transito urbano o sub-urbano;
  • noleggio di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli: impianti luce ed audio senza operatore, palchi, stand ed addobbi luminosi;
  • servizi di biglietteria per eventi teatrali, sportivi ed altri eventi ricreativi e d’intrattenimento;
  • altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio nca;
  • attività nel campo della recitazione;
  • altre rappresentazioni artistiche;
  • noleggio con operatore di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli;
  • altre attività di supporto alle rappresentazioni artistiche;
  • altre attività connesse con le lotterie e le scommesse (comprende le sale bingo);
  • attività di organizzazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby,
  • attività di altre organizzazioni associative nca.

Ristori del 50%

I ristori del 150%, secondo il decreto Ristori, andrebbero a:

  • ristorazione con somministrazione;
  • attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, ristorazione ambulante;
  • alberghi; villaggi turistici;
  • ostelli della gioventù;
  • rifugi di montagna; colonie marine e montane;
  • affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence;
  • attività di alloggio connesse alle aziende agricole;
  • aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte;
  • alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero.
  • Infine, i ristori 100% sono stati pensati per:
  • gelaterie e pasticcerie (anche ambulanti);
  • bar e altri esercizi simili senza cucina.

Contributi a fondo perduto decreto Ristori: chi prenderà di più tra i beneficiari?

Contributi a fondo perduto decreto Ristori: chi prenderà di più tra i beneficiari?
L’Agenzia delle Entrate si occuperà del pagamento diretto sul conto corrente dei beneficiari, come già avvenuto con quanto stabilito nel decreto Rilancio.

Nel decreto Rilancio, a cui si ispira il decreto Ristori, veniva offerto il 10,15 e 20 per cento in base ai ricavi o compensi compresi in diminuzione rispetto al 2019 e compresi in tre fasce. Per le persone fisiche era previsto un minimo di 1.000 euro, aumentato a 2.000 per le persone giuridiche. I contributi a fondo perduto nel decreto Ristori saranno invece molto più elevati: coprono dal 100% del calo di fatturato, fino ad arrivare al 400%.

Il decreto Ristori non prevede però limiti di fatturato può arrivare fino a un massimo di 150.000 euro. Solo chi non ha richiesto i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio dovrà fare domanda. Tra gli esclusi dal provvedimento spiccano i titolari di partita IVA aperta dopo il 25 ottobre 2020 e chi, precedentemente a questa data, ha chiuso l’attività.


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