Cronaca

Il decreto scuola ora è legge, ecco tutte le novità e cosa prevede

Il decreto scuola ora è legge: la Camera dei deputati lo ha approvato con 145 voti favorevoli e 122 contrari. Il provvedimento viene così convertito in legge, nonostante l’ostruzionismo delle opposizioni che hanno tentato di far decadere il decreto, in scadenza domenica.

Ecco cosa prevede il decreto scuola

L’Aula di Montecitorio aveva dato il via libera alla fiducia al dl Scuola con 305 voti favorevoli, 221 contrari e due astenuti. Il provvedimento prevede sia le norme per concludere quest’anno scolastico che quelle per l’avvio del nuovo, che partirà a settembre. Ma non solo: ci sono anche altre norme generali che cambieranno il mondo della scuola. Il punto più critico è stato quello del concorso straordinario per 32mila precari, con un acceso scontro in maggioranza che si è concluso con un compromesso criticato da più parti.

Le novità del decreto scuola

Il decreto, già nella sua formulazione originaria, prevede alcune novità per la conclusione di quest’anno scolastico, segnato dall’emergenza Coronavirus e dalla didattica a distanza. Le più importanti modifiche riguardano gli esami di terza media e di maturità. Per il primo ciclo gli esami vengono eliminati e sostituiti da un elaborato finale da discutere online, con la valutazione finale da parte del consiglio di classe. La maturità, invece, diventa solamente una prova orale in presenza, mentre vengono aboliti gli scritti. La commissione sarà composta solamente da membri interni, con solo il presidente esterno. Per quanto riguarda i privatisti che faranno l’esame a settembre, durante la sessione suppletiva, per loro ci sarà la possibilità – in attesa del diploma – di partecipare alle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso o ad altre prove, nonché la possibilità di essere ammessi con riserva ai concorsi pubblici.

Scuola, il concorso straordinario per i precari

Il tema più dibattuto è stato quello del concorso straordinario per i docenti precari con almeno tre anni di servizio. Alla fine la maggioranza ha trovato un accordo dopo lunghe trattative: i docenti non dovranno fare la prova a crocette, ma a risposta aperta. La prova sarà diversa per ogni classe di concorso. Il concorso viene però rinviato al nuovo anno scolastico e non si terrà, quindi, in estate. Si pensa all’autunno, ma ogni decisione dipenderà dalla situazione epidemiologica. Chi poi vincerà il concorso entrerà in ruolo il primo settembre 2021, ma si vedrà retrodatare, ai fini dell’anzianità, l’immissione al primo settembre 2020. Per quest’anno scolastico, invece, i docenti che serviranno a coprire le cattedre vuote verranno chiamati a lavorare con un contratto a tempo determinato sulla base dei titoli. Novità anche per i supplenti, con le graduatorie che vengono aggiornate e diventeranno provinciali e digitali. Del reclutamento se ne occuperanno gli uffici scolastici locali e non più gli istituti. La domanda diverrà telematica, anche per velocizzare l’iter.

Addio al voto in decimi alle scuole elementari

Tra le novità per il futuro c’è l’addio al voto in decimi per la scuola elementare. Tornano i giudizi descrittivi per la scuola primaria già dal prossimo anno scolastico. Non è ancora chiaro, però, come funzionerà questo giudizio descrittivo. Le specifiche dovranno essere comunicate con apposito provvedimento dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Gli alunni con disabilità potranno ripetere l’anno

I dirigenti avranno la possibilità di consentire agli alunni disabili l’iscrizione allo stesso anno scolastico appena terminato, con l’obiettivo di recuperare i mesi di didattica a distanza, soprattutto dal punto di vista dell’inclusione e della maggiore autonomia. La decisione può essere presa dai dirigenti, dopo aver sentito il consiglio di classe, e sulla base di una esplicita richiesta della famiglia dell’alunno in questione.

Gli interventi sull’edilizia scolastica

Con il ritorno in classe a settembre, seguendo le nuove regole sul distanziamento, bisognerà provvedere a intervenire sugli edifici scolastici per poterli adeguare alle disposizioni che verranno messe in campo. E proprio per questo si vogliono velocizzare gli interventi di edilizia scolastica, permettendo a sindaci e presidenti di Provincia e Città metropolitana di avere poteri di commissario fino al 31 dicembre 2020. Un sistema per agire più velocemente, permettendo di effettuare lavori con meno vincoli burocratici e rallentamenti.

 

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