Cronaca

Dramma a Brindisi: troppe ore nei campi con 40°, morto bracciante maliano

Il giovane è stato colto da un malore mentre tornava in bici dai campi dopo una giornata di lavoro

Tragedia nel brindisino dove un bracciante agricolo di 27 anni originario del Mali ma residente a Eboli, è morto nel pomeriggio di ieri mentre percorreva in bicicletta la strada provinciale che collega Tuturano a Brindisi. Camara Fantamadi, questo è il suo nome, era giunto in Puglia per lavorare nei campi da appena tre giorni. Tutto è successo in pochi minuti, il giovane è stato colto da un malore mentre tornava in bici dai campi. Inutili i soccorsi, per lui non c’è stato nulla da fare.

Bracciante agricolo muore a 27 anni per il troppo caldo

Ad allertare i soccorsi è stato un passante che l’ha visto accasciarsi a bordo strada. Ancora da chiarire le cause del decesso, ma l’ipotesi più probabile è che il caldo, la stanchezza del lavoro in campagna e lo sforzo in bici possano essersi rivelati fatali. Stando a quanto emerso, infatti, il giovane aveva trascorso una lunga giornata nei campi con una temperatura che ieri pomeriggio in Puglia sfiorava i 40 gradi. Come se non bastasse stava percorrendo i quasi dieci chilometri che l’avrebbero riportato a casa, sommati agli altri dieci del mattino.

La ricostruzione

Stando a quanto si è appreso il 27enne era arrivato nel brindisino da appena tre giorni e stava tornando a casa a Tuturano, dove abita il fratello che lo stava ospitando. Lo stesso fratello aveva cercato di contattarlo al telefono, inutilmente. Il cellulare di Camara Fantamadi squillava a vuoto, ma grazie a quelle chiamate gli agenti della Polizia locale, giunti sul posto per i rilievi del caso, hanno potuto risalire ai familiari. L’ipotesi dell’investimento è stata esclusa perché non sono stati trovati segni riconducibili a impatti con veicoli, né sulla bicicletta, né sul suo corpo della vittima.

Morte naturale dovuta al caldo o allo sfruttamento?

I sanitari hanno accertato la morte per cause naturali ed è possibile che il caldo, la fatica e la stanchezza possano aver giocato un ruolo. Al momento non si sa se il 27enne sia stata l’ennesima vittima dello sfruttamento nei campi, ipotesi comunque tutt’altro che remota. Quello che è certo è che il 27enne indossava abiti da lavoro e le scarpe erano sporche di terra. Il pubblico ministero di turno, informato dei fatti, accertata la “morte naturale” ha disposto la restituzione della salma alla famiglia.

Il sindaco di Nardò vieta il lavoro nei campi nelle ore più calde

Pochi giorni fa a Nardò – in provincia di Lecce – era scattato il divieto di lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata. La decisione era stata presa dal sindaco Pippi Mellone a tutela dei braccianti, nei giorni considerati di particolare rischio per le alte temperature. “Spesso purtroppo nelle ore centrali della giornata, che sono quelle più calde e quindi potenzialmente più dannose per la salute degli stessi lavoratori“, aveva spiegato il primo cittadino.

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