Economia

Due milioni di meridionali emigrano nel Nord Italia: l’allarmante dato del Rapporto Svimez

Rapporto Svimez 2019: negli ultimi 15 anni sono stati 2 milioni i meridionali emigrati al Nord Italia. I dettagli di un dato che appare allarmante.

Rapporto Svimez 2019: troppe persone del Sud emigrano al Nord

Sono ben due milioni i meridionali che negli ultimi 15 anni si sono trasferiti nel Nord Italia: questo è l’allarmante dato emerso dal Rapporto Svimez.

A rendere ancora più sconcertante il dato è il fatto che risulti maggiore il numero di persone del Sud emigrate al Nord e all’estero per motivi di studio o di lavoro. “E’ un’emergenza le cui dimensioni superano il fenomeno dell’immigrazione”, dice Luca Bianchi, direttore dello Svimez (Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno), in occasione dell’anticipazione del rapporto ‘L’economia e la società del Mezzogiorno’.

Si rischia lo spopolamento

Stando ai dati riportati dal rapporto Svimez, tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre 2 milioni gli emigrati dal Sud. Oltre 132mila di loro si sono mossi nel solo anno 2017. Di questi ultimi. 66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33% laureati). Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, è negativo per 852 mila unità.

Il Pil potrebbe andare sotto zero

Tale situazione potrebbe comportare serie sgravi sulla situazione del Pil, il quale potrebbe andare sotto zero vista la possibile recessione per l’anno 2019.

“Nel quadro di un progressivo rallentamento dell’economia italiana, si è riaperta la frattura territoriale che arriverà nel prossimo anno a segnare un andamento opposto tra le aree, facendo ripiombare il Sud nella recessione da cui troppo lentamente era uscito”, si legge nel rapporto Svimez 2019. In base alle previsioni, l’Italia farà registrare una sostanziale stagnazione, con incremento lievissimo del Pil del +0,1%. Il Pil del Centro-Nord dovrebbe crescere poco, di appena lo +0,3%. Nel Mezzogiorno, invece, l’andamento previsto è negativo, una dinamica recessiva: -0,3% il Pil. Nell’anno successivo, il 2020, Svimez prevede che il Pil meridionale riprenderà a salire segnando però soltanto un +0,4%.

Peggiora la situazione lavorativa al Sud

Questo potrebbe anche provocare, inoltre, un ulteriore peggioramento della situazione lavorativa al Sud. Il gap, infatti, “è stato pari a 2 milioni 918 mila persone, al netto delle forze armate” rispetto al Centro Nord nell’anno 2018.

Gli occupati al Sud negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 “sono calati di 107 mila unità (-1,7%)”, nel Centro-Nord, invece, nello stesso periodo, “sono cresciuti di 48 mila unità (+0,3%)”.

Il flop del reddito di cittadinanza: vediamo cosa è stato sbagliato

Diversi i problemi anche nella qualità dei servizi erogati ai cittadini del Sud. Diminuisce infatti sia la qualità sia la quantità delle infrastrutture sociali legate anche ai diritti fondamentali di cittadinanza.

Nel settore della sanità, c’è una considerevole discrepanza tra l’offerta di posti letto ospedalieri per abitante: 28,2 posti letto di degenza ordinaria ogni 10 mila abitanti al Sud, contro 33,7 al Centro-Nord. Le cose peggiorano nell’ambito socio-assistenziale, nel quale il ritardo delle regioni meridionali riguarda soprattutto i servizi per gli anziani.

Ancor più drammatici sono i dati che riguardano l’edilizia scolastica. A fronte di una media oscillante attorno al 50% dei plessi scolastici al Nord che hanno il certificato di agibilità o di abitabilità, al Sud sono appena il 28,4%. Inoltre, mentre nelle scuole primaria del Centro-Nord il tempo pieno per gli alunni è una costante nel 48,1% dei casi, al Sud si precipita al 15,9%.

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