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Elezioni regionali 2021 in Calabria: quando si vota, candidati e sondaggi

Elezioni regionali 2021 in Calabria: data, candidati, liste e sondaggi per l'elezione del nuovo governatore della Calabria

La Calabria si prepara alle elezioni regionali del 2021. Dopo la tornata elettorale di inizio 2020, i cittadini calabresi torneranno al voto dopo la morte della governatrice del centrodestra Jole Santelli, deceduta nei mesi scorsi.

Allo stato attuale la Calabria è amministrata da Nino Spirlì che sta facendo i conti con l’emergenza Covid che ha colpito fortemente la regione calabrese.

Elezioni regionali 2021 in Calabria: c’è la data

Per le elezioni regionali era stata individuata la data del 14 febbraio ma l’emergenza Covid, dopo la richiesta del Comitato tecnico scientifico, ha fatto slittare la giornata del voto all’11 aprile. Il regolamento regionale stabilisce che dopo l’insediamento di un reggente come Spirlì, si vada al voto entro due mesi. Lo spiega l’articolo 33 comma 6 dello Statuto regionale calabrese:

Si procede parimenti a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Giunta, in caso di rimozione, impedimento permanente, morte, incompatibilità sopravvenuta e dimissioni volontarie del Presidente. In caso di morte, impedimento permanente accertato dal consiglio regionale a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, o decadenza del Presidente della Regione, all’elezione del nuovo presidente e della nuova giunta si procede entro sessanta giorni dal verificarsi delle predette ipotesi”.

Il Consiglio dei Ministri ha però permesso lo slittamento delle elezioni dal 14 febbraio all’11 aprile per l’emergenza Covid.

Elezioni regionali in Calabria: i candidati

 Intanto è già partita la corsa ai candidati con il centrodestra che potrebbe puntare sul sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, il centrosinistra sul giovane Nicola Irto. Per il centrodestra c’è anche l’ipotesi che porta a Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, oltre a quella di Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia.

Il centrosinistra pensa anche all’ex governatore Mario Oliverio mentre nelle ultime settimane è emerso addirittura il nome di Luigi de Magistris, sindaco uscente di Napoli. Infine ha annunciato la sua candidatura Vittorio Sgarbi: il deputato e critico d’arte vuole presentarsi alle elezioni con il suo movimento ‘Rinascimento’

Come si vota alle elezioni regionali

A seguito della riforma costituzionale del 1999, la legge fondamentale prescrive che il presidente della giunta regionale sia eletto direttamente dai cittadini, salvo che la normativa regionale disponga diversamente; in tutte le regioni a statuto ordinario la votazione si svolge con la formula del turno unico, fatta eccezione per la Toscana che ha introdotto la possibilità di ricorrere al ballottaggio.

Le norme generali vigenti dal 1995 (legge Tatarella) prevedono inoltre che il consiglio regionale sia eletto contestualmente al presidente mediante un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Quattro quinti dei seggi assembleari sono attribuiti proporzionalmente, sulla base di liste presentate nelle diverse province; sono ammessi il voto di preferenza e il voto disgiunto.

Le liste che hanno ottenuto una percentuale inferiore al 3% dei voti non ottengono alcun seggio, a meno che non siano collegate con un candidato presidente che abbia superato il 5% dei consensi a livello complessivo. Un quinto dei seggi è assegnato sulla base di liste regionali (i cosiddetti «listini») il cui capolista è il candidato alla presidenza.


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La coalizione più votata fa eleggere in blocco tutti i candidati del proprio listino, con la seguente eccezione: se le liste provinciali collegate alla lista regionale vincente hanno ottenuto almeno il 50% dei seggi totali, alla nuova maggioranza è attribuita solo la metà dei seggi riservati al listino, mentre il resto viene distribuito tra le liste di opposizione.

In ogni caso, il presidente eletto ha diritto a una maggioranza stabile in consiglio (clausola di governabilità): se l’insieme delle liste a lui collegate ha superato i due quinti delle preferenze complessive, alla coalizione debbono essere assicurati i tre quinti dei seggi consiliari; in caso contrario la quota scende al 55% degli scranni. Al fine di garantire il conseguimento delle suddette maggioranze, vengono eventualmente creati d’ufficio dei seggi supplementari che incrementino la dotazione originaria del consiglio regionale

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