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21 dicembre 2017: elezioni parlamentari per eleggere il 12º Parlamento della Comunità autonoma della Catalogna

Queste lelezioni dovevano rappresentare la svolta per la Catalogna, ma non fu così: ecco cosa è successo quel 21 dicembre del 2017

Le elezioni regionali catalane del 2017 si sono svolte giovedì 21 dicembre 2017 per eleggere il 12º Parlamento della Comunità autonoma della Catalogna.

L’elezione è stata convocata dal Primo ministro spagnolo Mariano Rajoy dopo l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione spagnola del 1978 e la conseguente rimozione dell’intero governo catalano.

Elezioni catalane del 2017, la svolta della comunità autonoma

I tre partiti indipendentisti catalani, con il 47,5%, hanno confermato la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, ottenendone 70 su 135, ma non di voti.

Dopo le elezioni del 2015, i partiti indipendentisti catalani detenevano la maggioranza in Parlamento, ma il presidente in carica Artur Mas e la sua alleanza Junts pel Sí (JxSí) erano costituiti principalmente dalla Convergenza Democratica della Catalogna (CDC) e dalla Sinistra Repubblicana della Catalogna (ERC), supportati dalla Candidatura di Unità Popolare (CUP) per arrivare a una maggioranza.

La decisione della CUP di votare contro la sua investitura costrinse Mas a ritirarsi per impedire una nuova elezione, con Carles Puigdemont, sindaco di Girona, che era stato eletto presidente di una coalizione CDC-ERC. Poco dopo, CDC è stato rifondato come Partito Democratico Europeo Catalano (PDeCAT).


Catalogna-proteste


La dichiarazione d’indipendenza e lo scioglimento del parlamento

Il 27 ottobre 2017, in seguito al controverso referendum del 1º ottobre, la maggioranza indipendentista del Parlamento catalano ha votato a favore di una risoluzione per dichiarare unilateralmente l’indipendenza, poco prima che il Senato spagnolo votasse per applicare l’articolo 155 della Costituzione spagnola.

Ciò ha permesso al Primo ministro Mariano Rajoy di licenziare il governo catalano e sciogliere il Parlamento catalano, convocando un’elezione regionale per il 21 dicembre. Con 36 seggi, il principale partito anti-indipendenza, Ciudadanos (Cs), è emerso come il maggiore del Parlament.

Il Partito socialista di Catalogna (PSC) ha ottenuto risultati molto inferiori alle aspettative e ha aumentato il numero dei seggi di uno, mentre Catalunya en Comú-Podem, il braccio catalano di Podemos e di altre forze di sinistra, erede del precedente Catalunya Sí que es Pot, che non ha mai preso una posizione chiara sul tema, ha ricevuto il 7,5% dei voti e 8 seggi.

A causa della performance combinata di Uniti per la Catalogna (JuntsxCat) di Puigdemont, di ERC e della CUP, le parti a sostegno dell’indipendenza hanno mantenuto la maggioranza nelle elezioni, il che significa che era matematicamente possibile per un governo di coalizione indipendentista tornare al potere, nonostante la maggioranza fosse stata ridotta di due seggi.

La batosta di Rajoy

Grande perdente delle elezioni è stato il Partito Popolare (PP) di Rajoy, il cui netto calo elettorale – ridotto al 4,2% della quota e 4 su 135 seggi – significava che non sarebbe stato possibile formare un gruppo parlamentare nel Parlament per la prima volta nella storia.


Carles-Puigdemont-Catalogna
Charles Puigdemont, uno degli avversari principali di Rajoy

 

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