Eruzione Stromboli: le coste italiane sono a rischio tsunami? La risposta degli esperti mette in guardia dai possibili pericoli che corriamo.
Rischio tsunami dopo l’eruzione dello Stromboli?
L‘eruzione nell’arcipelago delle Eolie, sull’isola vulcanica di Stromboli, ha riaperto il dibattito sull’assenza di una legge che si occupi delle problematiche relative alla sicurezza ambientale in relazione al fenomeno dei maremoti.
La questione è di primaria importanza in quanto tutte le coste italiane, in particolare quella siciliana, calabrese e pugliese, sono considerate a rischio per quanto riguarda questo fenomeno e già da diversi anni a questa parte sono in costante monitoraggio.
Quanto è a rischio l’Italia?
In Italia, tutta la costa risulta nell’area a rischio maremoto a causa dell’alta sismicità del territorio e della presenza di numerosi vulcani attivi, sia emersi che sommersi, tra cui l’Etna e l’arcipelago delle Eolie, di cui fa parte il Marsili, il vulcano più esteso d’Europa.
Nel corso dei secoli sono stati documentati diverse decine di maremoti, solo alcuni dei quali distruttivi ma, nonostante ciò, bisogna tenere conto del fatto che le coste italiane possono essere soggette a maremoti generati in aree del Mediterraneo distanti dal nostro Paese, quindi è molto importante conoscere a fondo tutti i rischi che corriamo.
Gli studi più recenti
Diversi studi hanno dimostrato la pericolosità dei maremoti che possono essere generati da terremoti tra cui una mappa realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) nell’ambito del progetto Tsumaps-Neam del 2018 che traccia la pericolosità dei maremoti nell’area Neam (Mediterraneo, Oceano Atlantico nord-orientale e mari connessi), oppure lo studio svolto nel 2015 dai ricercatori dell’Università di Salonicco in collaborazione con Alma Mater che metteva a punto una simulazione dell’impatto che potrebbe avere un maremoto su alcune zone dell’Italia meridionale.
Il Sistema di Allertamento nazionale
Nel 2017 in Italia è stato istituito il SiAM, il Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti generati da sisma, dove collaborano tre istituzioni in sinergia per informare la popolazione in caso di pericolo.
L’Ingv, che opera attraverso il Cat (Centro Allerta Tsunami), l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e il Dipartimento della Protezione Civile.
Il Cat dell’Ingv ha il compito di valutare la possibilità che un terremoto possa generare un maremoto e, in base a queste valutazioni, il Dipartimento della Protezione Civile diffonde i messaggi di allerta che servono ad attivare il Servizio Nazionale della Protezione civile nel minor tempo possibile. Inoltre, l’uso delle reti di monitoraggio, lo studio degli eventi del passato e dei modelli di propagazione delle onde sono azioni che permettono di ridurre altamente il rischio maremoto.
Il vademecum della Protezione Civile
Queste conoscenze contribuiscono a migliorare la pianificazione del territorio, a realizzare interventi di messa in sicurezza delle aree a rischio e a elaborare piani di Protezione Civile. In quest’ottica la protezione civile ha realizzato un opuscolo che racchiude tutte le informazioni utili e le norme da eseguire in caso di necessità, consultabile sul sito della protezione civile.