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Caldo anomalo, arriva l’estate di San Martino | Quando inizia e quanto dura

Estate di San Martino 2021: quando inizia, la data e quanto dura | Storia | Origini | Giorni | Clusone | Poesia | Carducci

Cos’è l’estate di San Martino, quando e in quale data inizia nel 2021 quanto dura? L’estate di San Martino è il nome con cui viene indicato un eventuale periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell’emisfero australe il fenomeno si osserva tra fine aprile e inizio maggio, mentre nell’emisfero boreale a inizio novembre (San Martino viene festeggiato l’11 di novembre).

Estate di San Martino 2021: quando inizia, la data

Anche nel pieno dell’autunno può succedere che ci siano alcuni giorni di bel tempo, sole e temperature in rialzo. Di solito accade nel periodo intorno all’11 novembre, data in cui si celebra San Martino, il protettore dei pellegrini e dei viandanti. Ma questo è anche il giorno in cui cade ‘l’estate di San Martino’, una ricorrenza legata proprio alla vita del santo.


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Estate di San Martino 2021: quanto dura, i giorni

Al risveglio il mantello di Martino era miracolosamente integro. Come vuole la tradizione – e come si imparava a scuola cinquant’anni fa – l’estate di San Martino solitamente dura tre giorni ed un pochino: i giorni 11, 12, 13 e 14 novembre.

Cosa significa l’Estate di San Martino dura tre giorni è un pochino?

Secondo un proverbio, l’Estate di San Martino dura “tre giorni e un pochino” e ha origini religiose. Il nome con cui viene indicato questo periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo, si verificano bel tempo e temperature miti, deriva dall’episodio del mantello.

Perché si verifica l’Estate di San Martino?

Il nome ha origine dalla tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours (poi divenuto San Martino), proprio l’11 novembre, si trovava ad Amiens, in Gallia, nel cammino di ritorno verso casa.Il nome ha origine dalla tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours (poi divenuto San Martino), nel vedere un mendicante seminudo soffrire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite, come se all’improvviso fosse tornata l’estate.

Il nome di “estate di San Martino” è condiviso con le culture iberofone e francofone; nei paesi anglosassoni il fenomeno viene chiamato Indian Summer (“estate indiana”), mentre in alcune lingue slave, tra cui il russo, è chiamato Bab’e Leto.

L’estate di San Martino nella cultura di massa

Durante l’estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto “fare San Martino”, cioè traslocare. Tradizionalmente, durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne. Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Carducci, intitolata appunto San Martino. Un’altra poesia dedicata all’estate di San Martino, ma incentrata sull’aspetto fugace e illusorio del suo improvviso incanto, è Novembre di Giovanni Pascoli. Anche Cesare Pavese ha dedicato una poesia al periodo intitolata Estate di San Martino.

In ambito musicale, L’Estate di San Martino è il nome di un gruppo italiano di rock progressivo. La corrispondente espressione in lingua inglese “Indian Summer” è usata come titolo in varie opere, fra cui le omonime canzoni dei The Doors dall’album Morrison Hotel, dei Manic Street Preachers dall’album Send Away the Tigers e Indian Summer Sky degli U2 da The Unforgettable Fire.


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Estate di San Martino 2021 a Clusone

Sabato 11 e domenica 12 novembre a Clusone si terrà l’”Estate di San Martino”. L’iniziativa, giunta alla 17esima edizione, proporrà un week-end all’insegna dei sapori dell’autunno e del buon vino. Ecco il programma.

Sabato 11 novembre:

  • alle 16 cerimonia di apertura delle cantine di Piazza Orologio per la festa del vino;
  • alle 16.30 merenda con pane e nutella per tutti i bambini, a seguire spettacolo con i burattini di Pietro Roncelli;
  • alle 19 “Séna del Bidù”, servizio ristoro;
  • alle 20.30 concerto di Mirko Sana;
  • alle 22.30 concerto dei Morblus.

Domenica 12 novembre:

  • alle 11 apertura della cantina Orologio;
  • alle 11.30 concerto dei Radio Reminds me Yesterday;
  • alle 12.30 “Disnà del Bidù”, servizio ristoro;
  • alle 15 festa e ballo con danzatori Dalleriani & Spakkabrianza;
  • alle 19 chiusura della cantina Orologio.

San Martino, la poesia di Carducci

San Martino è una poesia di Giosuè Carducci. Fa parte della raccolta Rime nuove del 1887, che raccoglie liriche scritte dal 1861 al 1887. «L’autografo reca il titolo Autunno e in calce la data “8 decembre 1883: finito ore 3 pomeridiane”». La poesia, con il titolo San Martino (in maremma pisana), fu pubblicata per la prima volta nel supplemento Natale e capo d’anno dell’«Illustrazione Italiana» del dicembre 1883. È inserita nel volume III dell’edizione nazionale delle Opere.

Due liriche di Ippolito Nievo, composte nello stesso metro di quella del Carducci e pubblicate venticinque anni prima nel 1858, contengono alcune parole e immagini (pensier, rosseggiar, vespro, mar, nebbie, colli, sàle) presenti anche in San Martino. Ciò ha indotto un critico ad avanzare l’ipotesi che Carducci, che aveva viaggiato in Toscana dal 17 al 26 settembre 1883 diretto a Roma e che era tornato a Bologna alla fine di ottobre, si sia ispirato proprio alle poesie di Nievo, trasfigurandole secondo la sua sensibilità.

Il titolo fa riferimento alla data dell’11 novembre (San Martino), giorno in cui, tradizionalmente, in Italia si «celebra la maturazione del vino nuovo» (donde la locuzione proverbiale: “San Martino, ogni mosto diventa vino”).

La metrica adottata è quella dell’odicina anacreontica, in 4 quartine di settenari, a schema ABBC DEEC FGGC HIIC (con C tronco in rima costante).

La nebbia a gl’irti colli

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

 

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