Cronaca

Fase 2, Bertolaso: “Mascherine dovevano essere pronte a gennaio, c’è stato cortocircuito”

Coronavirus fase 2, l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e ora consulente per l’emergenza Covid-19 per le Regioni Lombardia e Marche, in un’intervista all’Adnkronos, ha dichiarato: “È dalla fine di gennaio che bisognava approvvigionarsi delle mascherine, siamo a metà maggio e ancora si discute di questa problematica. Questo significa che sicuramente ci sono stati dei cortocircuiti“. 

Bertolaso: “Mascherine dovevano essere pronte a gennaio, c’è stato cortocircuito”

“Sul piano delle mascherine come struttura pubblica mi sarei concentrato sulla necessità di dotare di protezioni individuali tutti gli operatori a rischio. Trovo che la mancanza di garanzie al nostro personale sanitario sia stato un grave errore. Questo vale anche per le forze dell’ordine, per chi si occupa di trasporti pubblici”.

Sottolinea

Sulla questione della “mascherina di Stato”, dice Bertolaso, “forse questi 0,50 euro non erano sufficienti, forse con un dialogo più attento, non solo con i produttori ma soprattutto con i distributori, si sarebbe potuto trovare un punto di mediazione che avrebbe evitato tutti questi problemi”.

Prudenza

Con l’estate alle porte, l’ex capo della Protezione Civile sottolinea come la parola d’ordine debba essere ‘prudenza’. “Siamo pronti a immaginare un’estate a km 0 – dice Bertolaso -, eviterei eccessivi spostamenti. Va presa coscienza delle bellezze che si hanno vicino casa in modo da ridurre i trasferimenti. Sarà sicuramente un’estate diversa rispetto a quelle degli anni passati dove la prudenza deve essere la parola d’ordine”.

“È chiaro che ognuno di noi vuole tornare alla vita normale ma in questa fase è necessario che Regioni e Stato adottino misure attente su spiagge e altri luoghi per evitare il più possibile il rischio contagio”, sottolinea. “Alcune fotografie che abbiamo visto in questi giorni preoccupano, assembramenti che andrebbero evitati in tutti i modi: è facile distrarsi ma purtroppo – dice Bertolaso – la distrazione può essere pericolosissima“.

Bilancio positivo

Sul lavoro messo in campo nelle Marche e in Lombardia Bertolaso traccia un bilancio positivo. “In due mesi abbiamo realizzato due ospedali covid, quello di Milano con circa 200 posti letto tra terapia intensiva e rianimazione e quello di Civitanova con 84 posti letto, 42 di rianimazione e 42 di terapia intensiva. Rispetto ai tempi italiani ma non solo mi pare che è stato fatto un lavoro eccellente, ora sarà il tempo a dire se è stata un’idea intelligente o meno sulla base di quello che accadrà nei mesi che verranno”.

Realizzare ospedali da campo è “un’operazione relativamente semplice perche’ sono esperienze semplici che si fanno in situazioni di emergenza, le strutture realizzate a Milano e Civitanova non sono pero’ strutture temporanee ma – sottolinea – veri e propri ospedali, certificati come tali. Sono due strutture all’avanguardia”.

Collaborazione Lombardia e Marche

Una collaborazione con le Regioni Lombardia e Marche che Bertolaso definisce molto positiva. “Con entrambe c’e’ stato un rapporto costruttivo. Con il presidente Fontana, i suoi assessori e il presidente della Fiera di Milano c’e’ stata grande collaborazione, hanno facilitato le attività’, aiutato a superare le questione burocratiche e lo stesso e’ successo anche nella Marche e qui a Civitanova giunta regionale e giunta comunale hanno lavorato insieme, secondo quello che e’ stato l’auspicio del presidente Mattarella in questi mesi, lavorare insieme in sinergia per superare questa fase di emergenza senza polemiche ma rimboccandosi le maniche e dando tutti in contributo. I due ospedali che abbiamo realizzato sono perfettibili ma esistono, sono concreti, in attesa che arrivi la app, le mascherine…”

Riaperture

Sul tema delle riaperture secondo Bertolasoritengo che le Regioni possano fare le scelte che ritengono piu’ opportune ma con grande prudenza e cautela, liberare tutto all’improvviso può’ essere controproducente: abbiamo visto quello che sta succedendo in altre nazioni che hanno aperto prima di noi”.

L’app

La app? “Non conosco tutti i dettagli ma alla luce degli aspetti legati alla privacy, trattandosi di una app su base volontaria non mi sembra che possa avere grandi prospettive di funzionalità nel nostro Paese. Rilevo che trattandosi di una app non obbligatoria ma su base volontaria questo – sottolinea – ne limita di molto l’efficacia. Non so quanti italiani volontariamente scaricheranno questa app sui loro cellulari. Se non abbiamo la certezza di una copertura assoluta di tutto il territorio non possiamo avere la certezza della tracciabilita’ di tutti i casi che possono essere potenzialmente contaminanti”.

Il vaccino

Per quanto riguarda il vaccino che sarà la soluzione definitiva di questo drammatico problema, credo – dice Bertolaso – che non arriverà’ in tempi rapidissimi. Un vaccino richiede un’attivita’ di ricerca e di sperimentazione molto seria e prolungata, poi ci sono gli aspetti legati a produzione e distribuzione.

Temo che per un anno – spiega – bisognerà’ convivere con questa malattia e se dovesse ripartire un nuovo picco epidemico tra qualche mese e’ indispensabile essere preparati ad affrontare. Un Paese serio si deve organizzare e preparare degli ospedali mirati al covid per fronteggiare eventuali recrudescenze e per evitare quello che e’ successo tra febbraio e marzo”.


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