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Fedez e gli psicofarmaci: parla la Società italiana di Psichiatria

Fedez ha parlato dell’uso che ha fatto negli ultimi tempi di psicofarmaci, ma adesso interviene direttamente la Società italiana di Psichiatria. Scopriamo maggiori dettagli in merito a quanto dichiarato nelle ultime ore.

Fedez e gli psicofarmaci, la Società italiana di Psichiatria

A riportare le considerazioni è Today, che approfitta di quanto detto da Fedez, per raccontare i tanti passi in avanti fatti verso l’abbattimento dei tabù che sono ancora ancorati nella società sulla salute mentale, ma anche per attenzionare rispetto ad alcune leggerezze commesse da altri colleghi influencer e non solo. A parlare è Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria.

Non conosco la sua situazione specifica ma posso dire generalmente che i farmaci che agiscono sul sistema nervoso non devono mai essere sospesi bruscamente ma gradatamente e sotto prescrizione medica, perché una sospensione improvvisa può determinare un effetto rebound della malattia, ovvero il ritorno della malattia in una forma anche più accentuata o una sintomatologia cosi detta da “sospensione” appunto.

Questo perché l’organismo non ha il tempo necessario a riadattarsi ad una condizione pre farmaco: i farmaci contengono sostanze, come la dopamina e la serotonina, che sono prodotte dal nostro sistema nervoso ma che magari, quando è ammalato, non produce in quantitativi adeguati”.

L’effetto rebound spiegato da Fedez

Mediamente quasi tutti i nostri farmaci di ultima generazione, in particolare quelli di tipo antidepressivo, hanno pochissimi effetti collaterali, tanto da essere usati, senza nessun problema, da milioni di persone nel mondo, in alcuni casi anche da donne in gravidanza. Questo non toglie però che ci possa essere una sensibilità individuale. Nella maggioranza dei casi sono effetti collaterali minimi, ma ogni persona deve esserne informata al momento della prescrizione. Ad esempio alcuni serotoninergici possono dare una sensazione di nausea. In altri casi gli effetti collaterali sono più impegnativi e il medico può sostituire il farmaco con uno più idoneo”.

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