Cronaca

Fedez querelato dal consigliere leghista citato al concerto del Primo Maggio

Fedez racconta su Instagram di aver ricevuto una querela dal consigliere leghista Alessandro Rinaldi, citato al concerto del Primo Maggio

Ancora una querela per Fedez, questa volta relativa al suo discorso sul palco del concerto del Primo Maggio. Il rapper ha ricevuto una querela da Alessandro Rinaldi, consigliere leghista del comune di Reggio Emilia, citato nel monologo letto dal rapper in diretta su Rai3. “I gay vogliono uguaglianza? Si comportino come persone normali”, queste le parole di Rinaldi citate da Fedez e inserite nella lista di frasi controverse pronunciate negli ultimi anni da diversi esponenti politici, molti dei quali appartenenti alla Lega.

Nuova querela per Fedez: le motivazioni

Alessandro Rinaldi ha deciso di querelare l’artista accusandolo di aver riportato le sue parole fuori contesto, come il cantante ha spiegato nelle sue storie Instagram: “Cosa fa Federico Lucia quando non prende querele dal Codacons? Le prende dai leghisti. Oggi querelina da Alessandro Rinaldi della Lega. Credo rientri nella top ten delle denunce più divertenti mai ricevute in vita mia, perché il signore, citato nel mio discorso del primo maggio perché disse “I gay vogliono uguaglianza? Si comportino come persone normali”. Motivazione della querela è che avrei estrapolato fuori dal contesto la frase. Ma la precisazione fa volare, perché il signor Rinaldi precisa che intendeva invitare gli omosessuali a non risaltare in maniera grottesca e ossessiva il loro orientamento sessuale, ma a comportarsi come tutte le persone normali […] Grande Rinaldi, spero sia buona promozione elettorale”.

Fedez risponde ad Alessandro Rinaldi

L’annuncio di Fedez, che cerca di rimarcare l’assurdità della cosa con un sorriso sarcastico, si chiude con una considerazione amara: “È imbarazzante come ci sia un’intera classe politica italiana che quando spara una s*****a abnorme e indecente, anziché chiedere scusa, persevera nel rivendicare le st****ate dette, perché tanto in questo Paese si dimentica sempre tutto. Niente, fate schifo al ca**o”.

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