Cronaca

Festa della Mamma, la lettera di una madre al figlio con disabilità: “Hai un’anima intatta e una vita che merita di essere vissuta”

Un messaggio d’amore in occasione della Festa della Mamma

Un messaggio che scuote l’animo umano nel giorno della Festa della Mamma, una madre dedica una lettera al proprio figlio con disabilità: “Hai un’anima intatta e una vita che merita di essere vissuta”.

Festa della Mamma, lettera al figlio con disabilità

Le Pinne, così tua sorella chiama i tuoi piedi che lunghi e ossuti si ergono sul bracciolo quando dormi sul divano. Li vedo sbucare fuori dal piumino che regolarmente viene scansato via come un disturbo allo svettare di una misura 47 che nell’abbandono del sonno fa tenerezza.”

Il dolce pensiero di una madre

Il dolce pensiero della madre continua: “E penso che di strada non ne hai mai percorsa abbastanza, non hai raggiunto le mete che ti erano destinate per eccesso di protezione, perché sono chioccia per natura ancora di più con te date le tue fragilità e la gravità della tua condizione. Eppure ho imparato dal coraggio di altre madri e di altri figli la bellezza di quella fatica che restituisce autonomie piccole e grandi.”

Coraggio è la chiave che apre le porte

Un discorso incentrato sul coraggio: “Il coraggio è la chiave che apre tante porte perché sappiamo quanto sia bloccante la paura del dolore dei figli; ma non ho saputo seguire l’esempio ricevuto, pur contemplandolo come solo una verità può essere. Forse perché oltre la condizione che accomuna le madri c’è poi la quotidianità che le diversifica e le allontana. Ma c’è un’altra chiave necessaria allo sgravio di questa condizione: gli altri, istituzioni e gente comune. Senza il giusto contesto cresciamo i figli sotto la campana di vetro, nostro malgrado”.

“Quello che sei Tu”

“Tu non sei una bandiera di giustizia che altri posso sventolare, o un simbolo ideologico dietro cui organizzare cortei contro qualcuno o qualcosa. Tu non sei il campo su cui esercitare una carità che con l’amore gratuito non ha niente a che fare.

Tu sei tu. E hai un nome e una storia che intreccia di nascosto il cielo e la terra. E un’anima intatta che sboccia nel tuo corpo imperfetto. E una vita degna che merita di essere vissuta. Anche se non parli, anche quando diventi violento o vieni orribilmente e scosso e accartocciato dalle tue crisi. Anche quando ‘sarebbe meglio la morte piuttosto che questo dolore'”.

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